Poesie di Pablo Neruda

Poeta, diplomatico e politico, nato martedì 12 luglio 1904 a Parral (Cile), morto domenica 23 settembre 1973 a Santiago del Cile (Cile)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: MesaQueen
Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.
T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.
Pablo Neruda
Composta martedì 14 giugno 2011
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    Scritta da: Marianna Mansueto

    Sete di te m'incalza

    Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
    Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
    Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
    Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
    Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
    in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.

    Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
    Mi segui come gli astri seguono la notte.
    Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
    Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
    Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
    Solco per il torbido seme del mio nome.
    Esista una terra mia che non copra la tua orma.
    Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.

    Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
    Come poter non amarti se per questo devo amarti.
    Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
    Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
    Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce.
    Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
    Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
    La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
    L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
    Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
    Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
    E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
    Pablo Neruda
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      Forse non essere è esser senza che tu sia,
      senza che tu vada tagliando il mezzogiorno
      come un fiore azzurro, senza che tu cammini
      più tardi per la nebbia e i mattoni,

      senza quella luce che tu rechi in mano
      che forse altri non vedran dorata,
      che forse nessuno seppe che cresceva
      come l'origine rossa della rosa,

      senza che tu sia, infine, senza che venissi
      brusca, eccitante, a conoscer la mia vita,
      raffica di roseto, frumento del vento,

      ed allora sono perché tu sei,
      ed allora sei, sono e siamo,
      e per amore sarò, sarai, saremo.
      Pablo Neruda
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        Il figlio

        Sai da dove vieni?
        ... vicino all'acqua d'inverno
        io e lei sollevammo un rosso fuoco
        consumandoci le labbra
        baciandoci l'anima,
        gettando al fuoco tutto,
        bruciandoci la vita.
        Così venisti al mondo.
        Ma lei per vedermi
        e per vederti un giorno
        attraversò i mari
        ed io per abbracciare
        il suo fianco sottile
        tutta la terra percorsi,
        con guerre e montagne,
        con arene e spine.
        Così venisti al mondo.
        Da tanti luoghi vieni,
        dall'acqua e dalla terra,
        dal fuoco e dalla neve,
        da così lungi cammini
        verso noi due,
        dall'amore che ci ha incatenati,
        che vogliamo sapere
        come sei, che ci dici,
        perché tu sai di più
        del mondo che ti demmo.
        Come una gran tempesta
        noi scuotemmo
        l'albero della vita
        fino alle più occulte
        fibre delle radici
        ed ora appari
        cantando nel fogliame,
        sul più alto ramo
        che con te raggiungemmo.
        Pablo Neruda
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          Chiedo silenzio

          Ora, lasciatemi tranquillo
          Ora, abituatevi senza di me.
          Io chiuderò gli occhi.
          E voglio solo cinque cose,
          cinque radici preferite.
          Uno è l'amore senza fine.
          La seconda è vedere l'autunno.
          Non posso vivere senza vedere che le foglie
          volino e tornino alla terra.
          La terza è il grave inverno,
          la pioggia che ho amato, la carezza
          del fuoco nel freddo silvestre.
          La quarta cosa è l'estate
          rotonda come un'anguria.
          La quinta cosa sono i tuoi occhi.
          Matilde mia, bene amata,
          non voglio dormire senza i tuoi occhi,
          non voglio esistere senza che tu mi guardi:
          io muto la primavera
          perché tu continui a guardarmi.
          Amici, questo è ciò che voglio,
          È quasi nulla e quasi tutto.
          Pablo Neruda
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            Scritta da: Rea

            Il tuo sorriso

            Toglimi il pane, se vuoi,
            toglimi l'aria, ma
            non togliermi il tuo sorriso.

            Non togliermi la rosa,
            la lancia che sgrani,
            l'acqua che d'improvviso
            scoppia nella tua gioia,
            la repentina onda
            d'argento che ti nasce.

            Dura è la mia lotta e torno
            con gli occhi stanchi,
            a volte, d'aver visto
            la terra che non cambia,
            ma entrando il tuo sorriso
            sale al cielo cercandomi
            ed apre per me tutte
            le porte della vita.

            Amore mio, nell'ora
            più oscura sgrana
            il tuo sorriso, e se d'improvviso
            vedi che il mio sangue macchina
            le pietre della strada,
            ridi, perché il tuo riso
            sarà per le mie mani
            come una spada fresca.

            Vicino al mare, d'autunno,
            il tuo riso deve innalzare
            la sua cascata di spuma,
            e in primavera, amore,
            voglio il tuo riso come
            il fiore che attendevo,
            il fiore azzurro, la rosa
            della mia patria sonora.

            Riditela della notte,
            del giorno, delle strade
            contorte dell'isola,
            riditela di questo rozzo
            ragazzo che ti ama,
            ma quando apro gli occhi
            e quando li richiudo,
            quando i miei passi vanno,
            quando tornano i miei passi,
            negami il pane, l'aria,
            la luce, la primavera,
            ma il tuo sorriso mai,
            perché io ne morrei.
            Pablo Neruda
            Composta lunedì 6 settembre 2010
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              Scritta da: Rea

              Ode al giorno felice

              Questa volta lasciate che sia felice,
              non è successo nulla a nessuno,
              non sono da nessuna parte,
              succede solo che sono felice
              fino all'ultimo profondo angolino del cuore.

              Camminando, dormendo o scrivendo,
              che posso farci, sono felice.
              sono più sterminato dell'erba nelle praterie,
              sento la pelle come un albero raggrinzito,
              e l'acqua sotto, gli uccelli in cima,
              il mare come un anello intorno alla mia vita,
              fatta di pane e pietra la terra
              l'aria canta come una chitarra.

              Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
              tu canti e sei canto,
              Il mondo è oggi la mia anima
              canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
              lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
              essere felice,
              essere felice perché si,
              perché respiro e perché respiri,
              essere felice perché tocco il tuo ginocchio
              ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
              e la sua freschezza.
              Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
              con o senza tutti, essere felice con l'erba
              e la sabbia essere felice con l'aria e la terra,
              essere felice con te, con la tua bocca,
              essere felice.
              Pablo Neruda
              Composta lunedì 6 settembre 2010
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                Scritta da: gracekelli
                Tutta la notte ho dormito con te
                vicino al mare nell'isola
                eri selvaggia e dolce
                tra il piacere e il sonno
                tra il fuoco e l'accqua
                Forse assai tardi i nostri sogni
                si unirono nell'alto o
                nel profondo
                In alto come i rami che muove
                uno stesso vento
                in basso come rosse radici
                che si toccano
                Forse il tuo sogno
                si separò dal mio
                e per il mare oscuro
                mi cercava come prima
                come quando non esistevi
                quando senza scorgerti
                navigai al tuo fianco
                e i tuoi cercavano ciò che ora
                pane, vino, amore e collera
                ti do a mani piene.
                Perché tu sei la coppa che
                attendeva i doni della mia vita.
                Ho dormito con te tutta la notte
                mentre l'oscura terra gira
                con vivi e con morti
                e svegliandomi d'improvviso
                in mezzo all'ombra
                il mio braccio circondava
                la tua cintura
                ne la notte
                ne il sonno
                poterono separarci.
                Ho dormito con te
                e svegliandomi la tua bocca
                uscita dal sonno
                mi diede il sapore di terra
                d'acqua marina
                di alghe
                del fondo della tua vita
                e ricevetti il tuo bacio
                bagnato dall'aurora
                come se mi giungesse
                dal mare che ci circonda.
                Pablo Neruda
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