Poesie di Iris Vignola

Autrice di Trilogia fantasy, fiabe e Poetessa, nato a LA SPEZIA (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Scritta da: Iris Vignola

Quel dannato libro del destino

Uno strano libro, m'è apparso all'improvviso,
ingiallite e vuote, le pagine
ch'odorano d'antico.
Alquanto sbigottita e intimorita,
la mano par avere vita propria,
quand'immerge il pennino nell'inchiostro, appen tremando
e trascrive il nome mio, sul primo foglio.
Un testo appar d'incanto, narrato dal mistero,
com'io l'avessi scritto, nel raccontar il dì futuro.
Nel proseguir d'un altro foglio,
m'è chiara la conferma d'un raro sortilegio,
non della sospetta provenienza.
Magia, ma di che tipo? Nera o bianca?
Stregoneria od incantesimo fatato?
Per tempo, al divenir del buio, rimando la sequenza,
per fronteggiar l'arcano e legger la speranza.
Tuttavia chiude la gola, l'atavica paura e mozza il fiato,
per l'indomani, se il foglio narrasse l'opprimente vuoto.
Com'un gatto, balzo, d'un sol colpo,
gettando tra le fiamme, nel camino,
quel dannato libro del destino.
E, a crepapelle, rido, dopodiché spalanco il vetro e
mi soffermo sulle stelle.
Iris Vignola
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    Scritta da: Iris Vignola

    Stranieri sì, ma confratelli universali

    Pulsan, le stelle, di luce intermittente,
    sì lontane, paion piccole quasi a stare nella mano,
    eppure sono immense.
    Volgon, pianeti itineranti, che non vediam col nostro sguardo nudo,
    intorno ad altri soli, capostipiti d'ignoti mondi sconosciuti,
    d'alieni esseri abitati.
    Alieni, viceversa, siam al cospetto loro.
    Stranieri sì, ma confratelli universali.
    Squarci d'universi s'apron al passaggio di comete
    o d'asteroidi, qual rocciosi frammenti,
    meteore vaganti, nel silenzio siderale.
    Senza fine, l'iperspazio astrale.
    Universo o universi paralleli,
    fantasia migliore mai potrebbe fare suoi,
    quant'astratta e sconfinata appar l'ermetica realtà,
    per l'esigua mente umana,
    reticente a elevarsi, nell'esistenza miseranda,
    e ad affannarsi ad accumular ricchezza,
    qual creanza del massimo piacere.
    Cosmica energia,
    nel sottil cordone ombelicale che ci lega all'infinito,
    tal vibrazioni rinnovanti lo spirito carpente,
    fluenti in noi, coscienza permettendo.
    Percezione telepatica, fonte di rinascita interiore,
    ch'accomuna il piccolo universo individuale,
    nell'equipararci in assoluto, oltre l'abiette distinzioni,
    con tutto il resto del creato, in sintonia,
    E in imparagonabile armonia col nostro io profondo.
    Iris Vignola
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      Scritta da: Iris Vignola

      L'occhio ci spia

      L'occhio ci spia, in ogni istante e in ogni luogo.
      Osserva, attento, ogni agire, subordinato o volontario,
      la mimica facciale, per ogni movimento,
      rivelante l'intrinseco riflesso di gioia o di timore
      che legge, impresso,
      come se fosse scritto su di un libro aperto.
      Nero assoluto, com'appare il vuoto,
      il carattere indicato d'un sordido pensiero,
      infiltratosi, vilmente, nel meandro più nascosto,
      scaturendo, astutamente, dall'inferno;
      rosso sanguigno, da linfa scorrente nelle vene,
      qual'indice d'acredine e di rabbia, nonché di gelosia,
      infervoranti l'animo in subbuglio,
      che divien brutale, tutt'in un momento;
      bianco immacolato, indistinto, sopra il candor del foglio,
      adduce, la grafia trascritta dalla mente,
      a declinar durezza di pensiero,
      onde osannar angelica virtù.
      Decade il velo dell'enigma soggettivo
      dell'io profondo,
      all'osservator astrale, cui nulla sfugge.
      Non v'è menzogna alcuna,
      né scusa, né giustificazione,
      addotta dalla mente,
      da ricondurre ad altri ed a se stessi,
      che non sia già ad essere palese, in precedenza,
      a colui che, tutto, sa vedere.
      Nudo, è lo spirito, di cui scruta, altresì, con discrezione,
      saggezza od imprudenza,
      scempio, è quell'essere che cerca d'emular o d'ingannar
      l'occhio di Dio.
      Iris Vignola
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        Scritta da: Iris Vignola

        Brilla la luna, cantan le stelle

        Avea lo sguardo languido, intanto
        che lo rivolgeva al cielo nero.
        Nulla, attendeva, nella sua danza,
        d'esser, capiva, del mare, un'onda.

        Di spuma candida, la lunga veste,
        dolce libellula, figlia del mare.
        Cresce la notte, alita il vento,
        s'è addormentato or il silenzio.

        Brilla la luna, cantan le stelle,
        nell'orizzonte, ch'appar sì finto,
        s'eleva, nell'incanto d'arabesque.

        Le voci s'appropinquan, di sirene,
        d'angeli, s'ode, superba, l'orchestra.
        Vivi plausi, dalla sfera celeste.
        Iris Vignola
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          Scritta da: Iris Vignola

          Per averti

          Squarcio momentaneo,
          d'un dì del tutto uguale agli altri,
          occhi intriganti, si son palesati,
          su cui, il mio sguardo, a lungo, ha sostato.
          Ricordo ancor cos'ho provato, in quel frangente.
          Sensazione alquanto strana, m'aveva catturata.
          Un fascino diverso, del tutto inspiegato,
          da una piccola foto, aveva trasudato.
          Quell'uomo rude, all'apparire, avrei voluto,
          sebbene, un certo non so che, emanasse,
          lo sguardo suo profondo.
          Per averlo, avrei fatto di tutto,
          dalle sue braccia, per esser circondata,
          avrei dato me stessa,
          i suoi baci, fatta, m'avrebbero, fremere di vita.
          Lusinghe seduttive, illusorie emozioni,
          vagheggiamenti di chi, troppo presto, s'era spento,
          avendo perso cognizione del tempo e dello spazio.
          Miseri morti viventi, in cerca d'essere capiti.
          Miraggi d'amore l'avrebbero adescato,
          mirando ad uno spirito affamato,
          del mero sentimento ch'alimenta il vivere sensato.
          Per averti, avrei dato i giorni miei, per essere colmati.
          Ho barattato moine e adulazioni,
          che mai ho ritenute come mie,
          con frasi talvolta dure, a smuovere il pensiero immobile,
          ad apportare riflessione, atte a non perdere se stessi,
          al fin di non aver rimorsi d'eventuali errori,
          di cui pentirsi per tutta l'esistenza.
          La dignità d'un uomo, d'egocentrismo, pecca,
          sancendo di venir prioritaria.
          Sono andata, infin, a cercar sogni, di fantasia, plasmati,
          per ricondurli a te e farne così prosa,
          in modo da viaggiare, insieme, con la mente e il cuore,
          per estraniarci da realtà attuale,
          nell'attesa d'un fatale disegno, comunque già prestabilito.
          Iris Vignola
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            Scritta da: Iris Vignola

            Non sarei qui, a scrivere di te

            Se i giorni miei languissero, per non averti conosciuto,
            non sarei qui, a scrivere di te,
            dell'uomo che m'ha amato, praticamente da subito.
            Silenzio, intorno a me, seppur mi trovassi tra la gente,
            opprimente, circuito m'avrebbe, di tenebrosa solitudine.
            Se, nel momento buio che, l'animo, ha scalfito,
            il viso tuo, quella radiosa luce, non m'avesse apportato,
            rischiarando il mio percorso e incitando il mio coraggio,
            testè percepirei un peso al cuore,
            sarei barca rollante, in balia del mare,
            cadrei, dall'alto, come foglia morta,
            donna che annaspa, senz'alcun amore.
            L'assidua tua presenza restituito m'ha la forza,
            che, la mente, cercava inutilmente,
            riflettendo che fosse andata persa.
            Hai condotto, per mano, la speranza, fino a me.
            Se non t'avessi avuto, sarebbe triste, il mondo circostante,
            non l'amerei sì tanto, perdendomi nei sogni
            e nel pensar progetti,
            trascinerei quel tempo, che sa d'appartenermi,
            nell'esistenza vuota, senza l'amor d'un uomo.
            Invece ho te e ho tutto l'universo,
            le stelle sul soffitto, a luccicar nell'ombra
            la luna sopra il tetto, a illuminar la notte,
            il sole, che s'accinge a riscaldarmi il cuore.
            Ho te ed ho il tuo amore... svanisce la paura d'esser sola,
            dissolto s'è il silenzio, il futuro, nelle mani, s'è creato.
            Con te, ho aperto la finestra a un'alba nuova
            il buio s'è portato via le nubi, sgombrando il cielo.
            Iris Vignola
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              Scritta da: Iris Vignola

              Nel vento, va a scivolar il nome

              Smarriti, in alternanza, i giorni,
              inconsistenti, son le lunghe notti,
              dissonante, il silenzio, io sento,
              decuplicare il mero pensiero.

              Vagheggiar nella spira di tristezza,
              sì annaspando, tale naufraga,
              svilente, il mare dell'incognito,
              atto a mai rivelar il percorso.

              Nel vento, va a scivolar il nome,
              nel mentre che la mente si fa forza,
              ché l'oblio, lesto, s'urge a carpire.

              Graffian unghie, le pareti del nulla,
              morde il freno, l'insito delirio,
              ch'anela il desio della speranza.
              Iris Vignola
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                Scritta da: Iris Vignola

                Ottobre malandrino

                Orsù ottobre, sei arrivato?
                Stai sfiorendo il verde prato?
                E le foglie silenziose,
                giù dai rami,
                fino a un tempo, rubicondi,
                piroettando, fai cadere,
                nell'attesa dei bei tempi più fecondi.
                Vento freddo sferza i visi;
                irruente e dispettoso,
                i cappelli fa volare
                e, lontano, ruzzolare,
                per far correre i passanti.
                Pioggia bagna case e strade
                ed il sole, timoroso,
                tra grige nubi, si nasconde,
                quasi ad essere a riposo.
                Anche il mare ora appare
                agitato e quasi irato,
                sobillando le sue onde
                a incalzare e far rumore,
                non di canto, ma lamento,
                per avercela col tempo.
                Caro ottobre malandrino,
                che indossar ci fai il mantello
                e portar dietro l'ombrello,
                hai i capelli rosso mosto,
                dal sapore del buon vino
                e di castagne messe arrosto.
                Senza te, messer autunno,
                non sarebbe più lo stesso,
                quindi, stanne pur sicuro,
                tutti noi, l'anno venturo,
                t'aspetteremo, come adesso.
                Iris Vignola
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                  Scritta da: Iris Vignola

                  Sassi, rotolati

                  Sassi, rotolati sul vil percorso,
                  ostacolan il cammino, sul pendio.
                  Ai lati, tal dirupi smisurati,
                  ad evidente perdizione, atti.

                  Spirito in pena, lo spirito mio,
                  barriere si frappongono all'amor,
                  scivolosi specchi, riflettenti noi,
                  dove cerchiam, ognor, d'arrampicarci.

                  Lacrime, lacriman col cielo tetro,
                  le anime discinte sono tristi,
                  nubi all'orizzonte che s'è perso.

                  Saprà, il futuro, accarezzarci,
                  frangendo rocce, massi, rimuovendo,
                  nel donar giustizia ai giorni nuovi.
                  Iris Vignola
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                    Scritta da: Iris Vignola

                    Teatranti d'altri tempi

                    Si spegnevan riflettori, si chiudevan i sipari,
                    sullo scrosciar d'applausi,
                    fra maschere e belletti.
                    Calarsi nelle parti,
                    nel recitar gioie e ancor dolori,
                    per calamitare folle attente.
                    Calcavan le scene, attor con pochi soldi,
                    brillanti artisti nel recitare,
                    calandosi in panni differenti,
                    atti a perpetuar le gesta altrui.
                    Drammi, tragedie, commedie,
                    sul palco in cui vivevan plurime vite,
                    scordandosi le proprie e i propri affanni.
                    Sapienti maestri dell'inganno
                    e del mascherarsi, nel declamar parti,
                    truccando l'irrealtà a realtà artefatta.
                    Teatranti d'altri tempi,
                    regalanti chimere ed illusioni, a molti,
                    verosimilmente, persino a se stessi.
                    Iris Vignola
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