Poesie di Herta Müller

Scrittrice, nato lunedì 17 agosto 1953 a Ni?chidorf (Romania)
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Scritta da: Andrea De Candia
Certo, la merla non si è più mangiata
la morchia per sempre
le nuvole vanno via, sembrano essere l'autobus 33
non vedo perché dovrei rimanere
la luna si è legata al collo
un limone
sono una persona, come dire, una signora
e imbellettata con un palpebra di capra
ho un bella borsa che è di pelle verde
come una pianta
la quale sa che respiro a rate.
Herta Müller
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    Scritta da: Andrea De Candia
    Dal momento che ho ficcato un sorcio nel
    gelido berretto gli cresceranno quei due giorni
    di discrimine nel pelo ci ficcherei anche l'acqua se
    piovesse ovvero uccelli se morissi in un metro quadro
    di nuvole con il muso rivestito in porcellana
    rubata dalla tazza del caffè
    anche se la gente sa che è ancora
    viva e talvolta persino mi accarezza, ci ficcherei anche
    mia madre con le labbra pendule - perché
    metta radici di refe rosa
    non seppellirei mai un po' di ovatta.
    Herta Müller
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      Scritta da: Andrea De Candia
      Sì, pare che non mi sia consentito
      prendere alle cinque il treno allo specchio
      o gli autobus, sempre più spesso quel pel-di-carota
      è difficile da spiegare poiché lo confondo
      con il cane con i gradini
      con le mosche distese con contegno
      Sì, è semplicemente un'altra
      come sciamature di
      zampe migratorie
      di uccelli
      perché si lavino gli arti
      in limpida acqua
      e il problema è:
      che nemmeno ce n'è bisogno.
      Herta Müller
      Composta lunedì 29 giugno 2015
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        Scritta da: Andrea De Candia
        Ieri ho messo
        un ago in cielo
        e non è rimasto su
        in ogni modo ce l'ho messo anche oggi
        poi in treno mi sono ritrovato
        in due in un salottino
        con uno scacchista russo
        di rango un po' più elevato
        si recava a Dorohoi per un torneo
        mi ha segnalato che ciò che faccio è vietato, io però
        gli ho detto che no, manco a dirlo, e Lei badi che neppure
        il semplice ombrello di una zanzara con i gradi
        sulle spalline che in qualche caso ancora si
        staglia sulla parete con le parti di bicicletta rubate
        dentro una fabbrica.
        Herta Müller
        Composta lunedì 29 giugno 2015
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          Scritta da: Andrea De Candia
          In verità non so per chi diamine torni questa
          luna balorda sui suoi passi al villaggio, ricade sulle mie
          spalle mi dice la mamma, guarda davanti all'ufficio
          postale, come fa penzolare l'edificio quasi fosse un sofà
          giallo dal palo del telegrafo, come ha addentato due
          falangi dei pioppi che costeggiano la stecconata, come ci ha
          guardati fisso mimando il volto, orribilmente desolato,
          del portalettere Mircicâ che è sottoterra, bell'e
          morto, cioè trapassato, da quasi tre anni,
          e, pian pianino, se n'è andata su, fin oltre l'abbaino
          e ora spande un tuorlo d'uovo flaccido
          sopra il tetto della casa.
          Herta Müller
          Composta venerdì 15 maggio 2015
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