Poesie di Francesco Andrea Becca

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Il fiume

Tornano le notti angosciate
dove gli occhi si aprono al conforto dell'infinito,
e quel tuo sorriso dolcissimo
sembra il crudele cielo dove naufragano disperate rondini.

Torna il silenzio sul cuore
e immagino la tua voce sussurrare il mio nome
immagino le nostre mani cercarsi...
Torna il silenzio sui sogni.

Tornano le immagini del bambino,
del ruscello trasparente che iniziava la corsa della vita
fresco e delicato, timido fra l'erba e i fiori,
puro di miserie che l'umanità non gli farà mancare.

Torrente allegro e brillante si muove tra le rocce
cercando la via per il suo destino
ora fragoroso e tumultuoso in argento e arcobaleni
ora opaco e misterioso a difendere l'anima.

Poi fiume lento e silenzioso
a scavare penosamente la pianura
a disegnare anse e curve verso il suo fine.
Verso il mare.

Sconfinato e profumato
come lo sguardo che ho cercato in te
L'alba e il tramonto sullo stesso orizzonte
nello stesso momento ai confini opposti del mare

E il mio cuore mi sprona, mi umilia e mi incita
a scavare ancora questa pianura,
ansa dopo ansa, pregandomi di piegare ancora,
a curvare un'altra volta, e un'altra volta ancora.

Trepidante e impaziente
come un bimbo in viaggio
che dietro ogni curva si aspetta la terra aprirsi e scomparire,
e, come per magia, improvvisamente, apparirgli il mare.

Ma dopo ogni curva è una nuova delusione
davanti agli occhi aride pietraie da scavare
Il corpo e l'anima aggrediscono la roccia
ma fragile è l'intimo sentimento del cuore

E mi trascina con sé
in questa pietà che non trova amore

Come fiume che sa
non troverà il mare.
Francesco Andrea Becca
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