Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Riparo sotto gli alberi,
secoli di fuoco sulla loro corteccia,
notizia remota
delle profondità
nelle loro vene,
sogno nella loro quiete,
tranquillità nel cullarsi del loro calice.
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Riparo sotto gli alberi,
secoli di fuoco sulla loro corteccia,
notizia remota
delle profondità
nelle loro vene,
sogno nella loro quiete,
tranquillità nel cullarsi del loro calice.
Rami di luce sdrucciolavano
sulle nostre teste immerse nell'azzurro.
Coralli erano le sue guance,
nel silenzio delle acque.
Ancorato dentro di me dormiva
attizzando i falò
della selva occulta nel sangue.
Una mano morbida cingeva la mia gola
fino a soffocarmi.
Nere lacrime scivolarono
dai miei occhi:
perle che colmarono
il calice dell'amore.
Tra le mute radici
che sostentano il bosco,
arcangelo mio d'ombra,
nell'insistente quiete
sotterranea,
apriamo rose d'amore,
trasudiamo il vino
dell'uva unica,
dolce sole della genesi
perenne,
che le nostre labbra
invitano a godere
dal clamore
dell'umida erba
che ci protegge.
Dalla vena minerale segreta,
dalla venatura occulta,
copiosamente emerge
il silenzioso pensiero,
memoria della terra,
che si divide in tutto lo spazio,
filone senza fine dell'oro
delle aure di gloria,
che trasfigurano
i germogli naturali
in bellezza.
La fiamma viva straziò l'aria,
uní i volti in purpureo gesto,
svegliò la freschezza delle bocche,
fece delle braccia un nido,
e dei corpi
brezze nelle dune,
cullarsi delle foglie nelle brezze.
Gli dissi: mai
vidi nulla come i tuoi occhi,
mai vidi
nulla come i tuoi occhi.
E solamente vedevo il fuoco
e non il nero
in fondo alla loro oscurità.
Entrò nelle mie celle recondite.
Dissi: dalla sua vibrazione i miei
spazi sono stati posseduti. Un
vento al quale nulla sfugge si ac-
cende nelle vele del mio deside-
rio. Le sorgenti del riparo s'inten-
sificano.
Ancora una brace
fuse torrenti vivi.
E i nardi si aprirono
per dispensare i balsami.
Bevi le ombre – disse,
bevi l'oscurità
dell'amore mortale
e chiudi gli occhi tra le mie ali
che sono la barca che attraversa
spazio e tempo.
Vidi i due mondi
disegnati sulla sua fronte:
due enigmi
che si aprivano
in oscure valli melodiose.
L'ignoto rubò il mio cuore.