Eppure la notte non dormo, veglio le rose guardo le spine, il calore del vento è un soffio costante, ma è solo un momento un grigio ricordo. La tua faccia non conosce la luce si spegne al mio sguardo e non mi ricorda, io fantastico e penso a tempi lontani a quando conoscevi i miei sogni. Le mani intorpidiscono al vento le dita sulle rose accarezzano seta, mentre le spine sono nelle carni, io prego. Non conosci più il tempo solo piccoli sussurri nel nudo istante, quando le cicatrici si fanno carne, quando fissi la finestra mi fai un sorriso. Vola la mente e il triste ricordo, nella mia casa non c'è più pace, padre mio.
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