Quinto piano, a sinistra di quel condominio dai mattoni rossi, eretto tra fumi cittadini e ritmi metropolitani. Sono anni che saliamo al quinto piano e lì andiamo a sinistra, infondo al corridoio dove due porte due appartamenti delimitano le nostra vite. Sono anni che saliamo al quinto piano e mai una volta che abbiamo scambiato due parole. Solo sguardi veloci ciao buongiorno se era una giornata no, una volta ci toccammo la mano e fu come se fossi rinato senza peso. Sono anni che giriamo a sinistra e ci fermiamo alle porte poi il gesto è semplice. Mano, tasca/borsa, chiave? No? Imprecazione, ricerca, trovata, fredda e liscia. No, che fai? Quello è il mio cuore ma non ha serratura. Questo sono io invece, il ragazzo della porta accanto che da anni non chiude a chiave, perché dopotutto si può sempre cambiare idea. Questo sono io, il ragazzo della porta accanto che una volta tia ha fatta arrossire e scappare dentro a piangere perché da troppo tempo qualcuno non ti sorrideva. Quinto piano, a sinistra. Piangiamo in silenzio di gioia, inguaribili romantici in moto tra pianeti di cenere.
Commenti