Credimi quando ti dico che ho camminato i tuoi passi e i percorsi e le distanze una notte o due che ho deciso fossero tue e le parole rimaste a mezz'aria come certe nuvole che non sanno se piovere o lasciarmi siccità d'emozioni. Credimi quando ti dico che le parole sarebbero state lette sulle mani in luogo d'un tacere timido e atterrito, ché frana il coraggio al tremare dei polsi e il fiato resta corto sui lunghi gesti e le carezze a doppio giro, nel tempo d'un passo, restare indietro e doppiare lo sfiorarsi, riproporsi, sulla pelle.
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