Vite spezzate dalla Follia, dall'onnipotenza del Potere di scempiaggini assurde senza coscienza, senza umano volto: era il demone che imperava!
Tappeto di ossa consunte denudate della loro dignità, distese sulla polvere per essere polvere, fiori recisi dall'uragano della follia collettiva, della razza perfetta, dei macelli orditi dalle insane menti dell'omofobia, del razzismo, dei delitti d'innocenti.
Il tempo si era fermato nel gelido inverno più lungo dell'umanità e la primavera tardava ad arrivare: le rose avevano lasciato solo le spine sui maledetti recinti che separavano dai fratelli, le rose non erano sbocciate, la morte uccideva ciò che toccava, soffiava forte il vento che spazzava sogni e speranze.
Dov'eri uomo? Ti sentivi Uomo con il fucile in mano? Ti sentivi forte nello specchio di occhi spauriti e di mani tremanti? Dov'era il tuo cuore nell'acro odore di gas penetranti e di gratuite sofferenze?
A te che che hai deriso il dolore inferto la morte ha ombrato in eterno la Luce, ma le stragi d'innocenti vedranno sempre il Sole perché sono fiori... in eterno!
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