Scritta da: Silvana Stremiz
  in Frasi di Film » Storico
Non temere chi può uccidere il tuo corpo ma temi chi può uccidere la tua anima...
dal film "Giovanni Paolo I" di 
Non temere chi può uccidere il tuo corpo ma temi chi può uccidere la tua anima...
Combattere per amore ha molto più senso che combattere per tutto il resto.
Inginocchiarmi? Vedi Serse, massacrare tutti i tuoi soldati stamattina, mi ha provocato un fastidiosissimo crampo alla coscia per cui mi risulta impossibile inginocchiarmi.
Le vostre donne saranno fatte schiave...
Evidentemente non conosci le nostre donne... avrei potuto mandare anche loro a combattere.
Alcuni di voi e io stesso forse, non vivranno fino a vedere il sole sorgere oltre quelle montagne... ma io vi dico... quello che ogni guerriero sa dalla notte dei tempi... vincete la paura e vi prometto che vincerete la morte!
L'uomo è ossessionato dalla dimenzione dell'eternità e per questo si chiede... le mie azioni riecheggieranno nei secoli a venire? Gli altri, in gran parte, sentono pronunciare i nostri nomi quando siamo già morti da tempo... E si chiedono chi siamo stati, con quanto valore ci siamo battuti, con quanto ardore abbiamo amato... Se mai si racconterà la mia storia si dica che ho camminato con i giganti. Gli uomini cadono come grano invernale, ma questi nomi non periranno mai.
- Tu che mestiere fai?
- Il sarto, mio re.
- E tu?
- Il fabbro.
- Spartani, qual è il vostro mestiere?
[Grida di guerra]
- Come vedi, ho portato molti più soldati di te fratello.
Quando il bambino nacque, come tutti gli spartani fu esaminato: fosse stato piccolo, gracido, malato o deforme sarebbe stato scartato; quando fu in grado di reggersi in piedi ricevette il battesimo del fuoco al combattimento, gli insegnarono a non indietreggiare mai a non arrendersi mai, gli insegnarono che la morte sul campo di battaglia al servizio di sparta era la gloria più grande che la vita avrebbe potuto offrirgli.
Io ho amato quel mio ragazzo dal momento che ha aperto i suoi occhi, al momento in cui tu glieli hai chiusi.
Io confesso la mia innocenza davanti a Dio. Solennemente giuro, per la dannazione della mia anima, che mai fui infedele al mio signore e marito, né mai lo offesi con il mio comportamento. Non dico di aver sempre avuto nei suoi riguardi quell'umiltà che gli dovevo, considerata la cortesia e il grande onore dimostratomi, nonché il rispetto sempre accordato. Ammetto anche di aver spesso nutrito gelosia nei i suoi riguardi. Ma Dio sa e mi è testimone che non ho mai peccato contro di lui in nessun altro modo. Non dico questo nella speranza di prolungare la mia vita, Dio mi ha insegnato come morire e rafforzerà la mia fede; circa mio fratello. E coloro che sono stati condannati ingiustamente, io avrei accettato di morire più volte per vederli liberi, ma poiché questa è la volontà del re, li accompagnerò volentieri nella morte. Con questa certezza, che io trascorrerò la vita eterna insieme a loro, in pace.