Ira: dovresti avere più rispetto, commissario, questo bambino è morto dieci anni fa, non esiste più! E questo gioco non mi piace, voglio andare via, riportatemi in cella! Voi non potete tenermi qui. Commissario, voi non potete tenermi qui!
Roberto: siediti.
Giulia: Allora? Che ti è successo dieci anni fa?
Ira: nessuno li capisce quelli come me, vero commissario? Sono parole tue!
Giulia: come ti chiami veramente?
Ira: e adesso tu cosa vorresti capire?
Giulia: Riccardo?
Ira: no.
Giulia: Roccardo Corsi?
Ira: no.
Giulia: no. E allora come?
Ira: 31. Mi chiamo 31, come un numero. 31. Il numero del mio letto. Perché? Perché durate la guerra in Bosnia, le milizie uccisero i miei genitori quando io avevo due anni e mi rinchiusero in un istituto alla periferia di Belgrado. Il mio nome. 31. E poi io non volevo essere un numero, e allora sono scappato. Ho vissuto di espedienti con altri bambini, per strada. Sa come ci chiamavano? La banda degli orfani di guerra. Poi è tornata la milizia che doveva bonificare la città e allora ci riportò indietro, in quel maledetto istituto e quella notte, commissario, arrivarono due uomini, facevano parte della mafia slovena, hanno preso tre di noi, ci hanno caricato su un camion, ci hanno portato in Italia e lì ci hanno venduti ad un uomo. Non eravamo più dei numeri, ma dei giocattoli. Quel posto era peggio di prima e allora sono scappato di nuovo e tuo padre mi ha trovato: voleva sapere dove fossero finiti gli altri due bambini, dov'erano nascosti, ma io non mi ricordavo niente, ricordavo solo quella stanza buia e quei segni sul muro. Tuo padre ha preso il mio disegno, mi ha detto che sarebbe ritornato ma non l'ha mai fatto e al suo posto è venuto quell'uomo, che mi ha riportato indietro
Giulia: perché hai preso il nome di mio padre?
Ira: perché era l'unico che riusciva a capirmi, era l'unico che mi trattava come un essere umano, era come un... padre per me, ma poi l'hanno ucciso.
Giulia: poi cosa è successo perché sei rimasto con loro?
Ira: perché quando non hai niente nella vita, non stai a guardare chi ti tende la mano.
Giulia: come si chiama l'uomo che ti ha portato via.
Ira: poi ti senti schifoso...
Giulia: dimmi come si chiama.
Ira: ti senti marcio...
Giulia: ti sostituiranno, non lo capisci?
Ira: come se fosse colpa tua...
Giulia: no.
Ira: perché alla fine, infondo, anche tu sei come loro.
Giulia: no. Tu non sei come loro.
Ira: ti dici che tutto quel dolore, te lo sei meritato...
Giulia Corsi (Claudia Pandolfi), Roberto Ardenzi (Giorgio Tirabassi), Ira Droskovicic (Pierluigi Coppola)
dal film "Distretto di Polizia" di Serie TV
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    - Sabina: Io non voglio morire Giulia, non voglio morire.
    - Giulia: Ce la faccio, ce la faccio, ce la faccio, Sabina.
    - Sabina: Giulia...
    - Giulia: Amore ce la faccio, ce la faccio.
    - Sabina: Giulia! Sei arrivata in tempo... qualunque cosa possa accadere adesso, tu, per me, sei arrivata in tempo.
    - Giulia: Questo è il filo dell'innesco, lo stacco?
    - Sabina: Cosa avrebbe fatto papà?
    - Giulia: stacca il filo, la bomba si ferma.
    - Giulia: Amore ce l'abbiamo fatta.
    - Sabina: Si.
    - Giulia: Amore mio ti voglio tanto bene [la bomba riparte] no! Ne è partito un altro, Sabina. Ne è partito un altro.
    - Sabina: Vattene Giulia! Va via! Voglio che tu te ne vada!
    - Giulia: Dove vado? Dove vado io senza di te? Io non potrei sopravviverti amore, lo capisci?
    Sabina Corsi (Giulia Michelini), Giulia Corsi (Claudia Pandolfi)
    dal film "Distretto di Polizia" di Serie TV
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