Ricordo che da ragazzo ho avuto un periodo in cui la notte, quando ero in crisi, andavo al cimitero davanti alle tombe delle persone care a parlare, a sfogarmi, quasi che mi potessero ascoltare. I miei amici mi davano del matto e mi chiesero perché non avevo paura di notte, da solo, dentro a un posto del genere. Io risposi che bisogna aver paura di chi ti fa e può farti del male, cioè delle persone vive, male che non potrebbe mai farti una persona defunta.
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