Mi trovarono nel mese di agosto.
Una mattina, nell'auto ferma in quella strada sterrata.
Sembrava che dormissi a prima vista
giurò di aver pensato la ragazza che per prima mi notò,
immobile sul sedile anteriore, accasciato su di me, gli occhi chiusi.
Non sapeva chi io fossi
né del fatto che il mio cuore non batteva già da un po'.
Perché dunque piange la ragazza,
non dovrebbe farlo mai e per me ben che meno.

Quante volte non immagina son morto
e di certo non quest'ultima ho temuto,
sono stato tutto e niente nei miei circa mille anni
e la mia di battaglia con l'amore l'ho perduta,
ed il resto l'ho scordato, calpestato,
ed il resto veramente non c'è stato
da quel giorno che partì, e la vidi poi sfumare.

Per voi ho provato pena, e tristezza di me stesso.
Lascio a voi l'ardua sentenza,
il vostro altissimo giudizio.
Ora ho solo da seguire la mia stella,
non più schiavo delle scuse come pure
dei miei mostri, del folle mio pensiero.
L'eternità mi è amica finalmente,
dunque ragazza, non piangere.

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