Perdono quel bambino che credeva nelle favole dove alla fine il bene vinceva sempre e il male non aveva giustificazioni. Quel bambino che si accecava a nascondino e correva sotto la pioggia che saltava nelle pozzanghere e stava nel mezzo a mosca cieca. Che stringeva una scopa tra le gambe e galoppava su un cavallo e prati immaginari. Che combatteva draghi e sconfiggeva tiranni malvagi. Ora è al di là dell'infanzia nell'apparente certezza dell'età adulta e tutto è passato, trasformato... confuso. Non c'è più la tovaglia stesa sul tavolo ed il profumo di cucina dove pane ed olio erano una casa per sempre. Ora è una stella lontana tra presenze asfissianti e fantasmi in equilibrio su un vuoto invadente. Quel bambino vorrei stringerlo ancora vorrei stringerlo adesso e dirgli che mi vergogno di averlo tradito.
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