Sono caduto senza rendermi conto per quale ragione tra la gente che guarda e passa. Non so o preferisco negare quale percorso mi ha fatto sprofondare ma se mento a me stesso non c'è risalita ed anche se credo di esserne uscito è solo questione di tempo la fiamma rimane spenta ed il buio è un involucro che mi aspetta. Non ci sono medicine per la fine del mondo esisto solo io nel rispetto del mio flusso profondo che non risiede nella mente ma nei sensi che mi fanno vibrare. Sono l'unica strada che devo percorrere l'unica sorgente dove dissetarmi. La guarigione è riflessa nello specchio quando mi guardo dentro ed il dolore è invadente. Pensavo di essere invincibile ma restavo a galla, ancorato all'inutile sopravvivenza menzogne sparpagliate nello spazio eco di un brutale ricordo che mi ha deturpato l'anima e rubato l'innocenza. Devo vivere la mia vita per quello che sono non per paura di perdere porzioni di niente. Devo smettere di campare in disparte aggrappandomi ad una terra arida, incolta che prosciuga ogni seme di assoluto. Devo trovare il coraggio e portare alla luce la mia identità. Essere me stesso comporta la possibilità di non essere di nessuno. Devo intraprendere questo viaggio senza paure per chi farà le valige. Ho solo un obbligo nella mia vita rispettare la mia unicità ed ho solo questa vita per farlo...
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