Scritta da: Sir Jo Black
La fine nell'incompiutezza mi spaventa più della morte stessa.
Composta venerdì 24 febbraio 2012

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    Scritta da: Sir Jo Black

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    io penso che la compiutezza sia in noi senza doverci porre per forza dei limiti, ma vivendo tutto fin dove si riesce ad arrivare, accontentandosi  per quello che si è, per quello che si fa, per quello che si ha...e la fine arriverà con più serenità.
    è una questione di equilibrio nell'anima e di allenamento mentale all'inizio e di normaltà poi ,e ti sembrerà tutto più possibile e troverai i tuoi traguardi sempre più vicini perchè avrai raggiunto la serenità interiore!
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    postato da , il
    Qui andiamo sul difficile. Ognuno può interpretare questa frase secondo il suo
    sentire. Per quello che mi riguarda la completezza è in primis stare bene
    con se stessi, poi estendere il proprio benessere al prossimo, dove e come
    si può. La consapevolizza di essere umana con mi fa cercare l'impossibile.
    Vivessimo 100 vite troveremmo sempre qualcosa di incompiuto o qualcosa
    da imparare, per questo bisogna vivere la vita appieno, facendo del nostro
    meglio per trovare soddisfazione nelle piccole gioie.
    Approfitto per augurare Buona Pasqua a tutti, anche allo Staff di pP & P:
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    Domande profonde...che sento anche mie...l'unica medicina che mi consola ?  Aver amato molto...anche se nella sofferenza o nell'incomprensione ...nonostante tutti i  difetti del carattere , i limiti umani , l'impossibilità di definirsi veramente....attraverso ciò che ho donato...a me stesso e agli altri...in questi propositi , nonostante gli insuccessi... è là che io sono...quando riesco a ritrovarmi...
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    postato da , il
    E' in questa ricerca la paura; la paura di finire una vita incompiuta, il non riuscire a darle un senso prima della fine. La paura forse è nell'accorgersi che la "compiutezza" non esiste perché il compimento è un'evoluzione e in qualsiasi tempo si interrompa la vita non avrà, quindi, mai una "compiutezza".

    La vita avrà sempre una volontà di evolvere e quindi non sarà mai compiuta?

    Ma se si pensasse che la vita è ormai compiuta ci sarebbe ancora interesse nel viverla?

    La paura di finire, allora, non è l'incompiutezza che massima o minima resterà sempre; è solo la paura dell'annullamento e del non poter più agire?
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    postato da , il
    è la stessa domanda che avrei voluto farti io, ma che vedo scritta nel tuo ultimo commento..."cos'è la compiutezza?" credo sia un concetto talmente intimo che riguarda il nostro modo di essere e il nostro modo di vivere...alle volte si è pervasi da un continuo stato di incompiutezza che ci accompagna per tutta la vita, ogni traguardo è solo un angolo dopo cui svoltare...e persino la m0rt+E appare un'ostacolo alla compiutezza rincorsa per tutta la vita

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