Resto fermo a fissare il cielo e quelle nuvole che sembrano dipinte. Mi lascio trasportare in quel vuoto e rivedo volti di chi ha lasciato segni indelebili sul mio cuore, persone come catene, legate alla mia anima.
Che dire di me. Tutto e niente. Preferisco che siano gli altri a farlo piuttosto che io, potrei peccare di presunzione, potrei apparire quello che non sono, suscitare antipatie, giudizi affrettati e sbagliati. Meglio tacere e lasciare che siano gli altri, il tempo o le mie azioni a determinare chi sono io.
Le certezze spingono a fare delle scelte e fanno di te una persona decisa. Ma l'esitare, il temporeggiare, fa di te una persona coraggiosa e stabile.
Avrei preferito meno fiori regalati e più abbracci sinceri. Ogni fiore regalato è come un promessa, mentre un abbraccio sarebbe come dire io ci sono.
Perché dici addio, il cuore chiese. Il destino rispose: perché cosi ho deciso. Il cuore replicò: e tu chi sei? Il tempo mise fine dicendo: il giudice di ogni vostra scelta sono io.
La solitudine a volte è provocata dagli eventi della vita, che ti mette sulla tua strada persone poco piacevoli, che invece di farti del bene ti uccidono dentro.
Prega con il cuore rivolto al cielo, che ogni passo, ogni gesto che si fai sia accompagnato da un angelo. Prega per chi non ha ancora capito che le preghiere del cuore arrivano nel cuore di chi sa ascoltare: Dio. Prega.
Si dice che tutto in questa vita sia destinato. Si dice tutto può succede, se che è destinato. E io aspetto impaziente che il destino una volta tanto si ricordi anche di me.
Quanti ricordi portiamo in noi. Ricordi come chiavi d'accesso per il futuro, a misura delle mostre aspettative.
Voglio regalarti un tramonto dorato come la sera, così tu potrai trovare in te quello che molti cercano: la serenità.