Arrivata alla fine del viaggio, dovrò pur aver trovato un senso ai miei sospiri, ai miei respiri, alle lacerazioni della pelle di quest'anima mia che, consapevole o illusa, ha continuato ad arrampicarsi sulla scivolosa parete dei sogni. Tentando di raggiungere l'infinito.
Sono corsa a casa volando, leggera come un aquilone lanciato contro le nuvole. Saltellavo, sorridevo come un bimbo davanti a un giocattolo nuovo. Volevo cantare, gridare al mondo intero il suo nome, raccontare che poteva essere vero. E il resto del mondo diminuiva, rimpiccioliva a vista d'occhio, perdeva importanza. La terra con tutti i suoi problemi era troppo piccola per contenere la mia felicità!
Tristezza, solitudine, rabbia. Quasi tutte le canzoni che mi piacciono ne parlano. Suonandole è come se affrontassi quei mostri, soprattutto quando non riesci neanche a dare loro un nome. Poi, però, finita la musica, quelle cose restano lì. Certo, magari adesso le sai riconoscere meglio, ma nessuno le ha magicamente spazzate via.
- Leuos: Bianco. Da questa deriva la parola italiana "luce. - Aima: Sangue. Da questa deriva la parola italiana "ematoma" (grumo di sangue). [Se metti insieme quelle due parole paurose, ne viene fuori una ancora più terribile: leucemia] [Un nome che deriva dal greco e significa "sangue bianco"] [Lo sapevo che il bianco è una fregatura. Come può il sangue essere bianco?] [Il sangue è rosso e basta] [Le lacrime sono salate e basta] [Silvia me lo ha detto in lacrime] - Beatrice ha la leucemia. [E le sue lacrime sono diventate le mie]