Frasi inserite da Catherine Carey

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Scritta da: Catherine Carey
Come avrei potuto essere diversa?
Dovevo essere più egoista, più testarda, più ribelle? Sono stata troppo condiscendente, troppo disponibile ad accontentare gli uomini della mia vita?
Sono una donna fallita o una serva obbediente? In quanto donna, potevo essere accettata solo come figlia, moglie, o vedova, a meno che ovviamente non avessi preso i voti. E io sono stata anche figlia, moglie e vedova, ma anche amante.
Il mio amante è morto da tempo, e ora sento che tocca a me. Scrivo queste righe per i miei figli, sperando che possano capire.
All'inizio avevo una vita normale, ma la famiglia reale ha posto tali ostacoli sul mio cammino che fatico ancora a riprendermi. Come avrei potuto essere diversa? È questo il dilemma della Mia vita.
Composta mercoledì 4 luglio 2012
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    Scritta da: Catherine Carey
    Quella stanza era piena di ricordi.
    Un cuscino aveva ancora il suo profumo un altro era macchiato di sangue.
    Ricordavo ancora quando Edoardo mi aveva raccolto un mazzo di rose, dimenticandosi di togliere le spine. Ovunque mi girassi ero assalita dai segni del nostro amore.
    Caddi sulle ginocchia e piansi, abbracciando il cuscino con il suo profumo.
    Alla fine, non riuscivo più a dormire a palazzo.
    Me ne andai appena Robert riuscì a trovare una chiatta.
    Ma quando lasciai Sheen, per l'ultima volta, mi sentii come se mi fossi spogliata dal passato, e avanzassi nuda e confusa verso un futuro oscuro.
    Avevo amato Edoardo con tutto il mio cuore, il mio corpo e la mia anima.
    Composta mercoledì 4 luglio 2012
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      Scritta da: Catherine Carey
      Sono strani i grandi, eh, Milla?
      Hanno paura delle risposte.
      O forse le conoscono già e non hanno bisogno di salire su un motorino e mettersi a spiare un appartamento per averle.
      Mamma è rimasta in salone.
      Forse, un giorno, troverà in te la figlia amica che non ha, ti lascerà entrare, ti darà la sua fragilità.
      E tu prendila, Milla, e apprezza quel regalo!
      Io vi guarderò, nascosta dietro una porta.
      Stringila forte, anche per me.
      E papà? Dov’è papà, Milla?
      Si perderà qualche tuo passo, qualche tua parola nuova. Forse perché avrà un progetto da finire, forse perché preferirà stare in un’altra casa, senza i tuoi giocattoli sparsi sul pavimento e i miei pensieri per aria.
      E io, quando lo vedrò tornare, la mattina dopo, lo guarderò in modo diverso, come si guardano quelli come Giorgio, peggio, perché la sua assenza non fa male solo a me.
      Tu no, tu continuerai ancora per qualche anno a battergli le mani, a riempirlo dei tuoi sorrisi. Un giorno, però, capirai e gli sorriderai di meno, con le labbra più strette.
      Te lo ritroverai sotto casa, ti chiederà scusa per le sue assenze. E tu che farai? Le accetterai le sue scuse? Forse sì, solo per provare un suo abbraccio, per vedere se il tuo sangue si ricorda di lui.
      Non sarà facile, Milla, ma adesso è tutto a posto. Dormi. E domani, al tuo risveglio, il tuo papà sarà di nuovo qui.
      Non sarà mai andato via per te.
      E tutto a posto Milla, e domani ti ritroverai a battere le mani, “che viene papà e tante cose belle ti por-te-rà”
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