Le migliori frasi inserite da Andrew Ricooked

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Scritta da: Andrew Ricooked
Le donne: mi piacevano i colori dei loro vestiti; il loro modo di camminare; l'espressione crudele di certe facce; qualche volta la bellezza quasi pura di altre, completamente e deliziosamente femminili. Ci fregavano sempre, le donne, pensavano a noi, si concentravano, studiavano, decidevano se prenderci, scartarci, cambiarci, ucciderci o semplicemente lasciarci. Alla fine non aveva molta importanza; qualunque cosa facessero, finivamo soli e picchiati nel cervello.
Composta domenica 18 settembre 2011
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    Scritta da: Andrew Ricooked
    Camminavo nella sera piena di lillà con tutti i muscoli indolenziti in mezzo alle luci della 27ma strada nella Welton in mezzo al quartiere negro di Denver, desiderando di essere un negro, sentendo che quanto di meglio il mondo dei bianchi ci aveva offerto non conteneva abbastanza estasi per me, e neppure abbastanza vita, gioia, entusiasmo, oscurità, musica, né notte sufficiente. [...] Desiderai di essere un messicano di Denver, o persino un povero giapponese stremato dal lavoro, tutto fuorché quel che tristemente ero, un "uomo bianco" disilluso.
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      Scritta da: Andrew Ricooked
      Si direbbe che ovunque vada, ci sia dramma. Gli uomini sono come i pidocchi, ti entrano sotto la pelle e vi si infossano. Tu gratti e gratti finché non ti esce il sangue, ma non riesci mai a toglierti la rogna. Dovunque vado, la gente fa scempio della sua vita. Ognuno ha la sua tragedia privata. È nel sangue, ora: sciagura, noia, pena, suicidio. L'atmosfera è satura di sfacelo, delusione, futilità. Gratta e gratta, finché non resta più pelle. Eppure, su di me l'effetto è esilarante. Invece d'esserne scoraggiato o depresso, mi diverto. Chiamo sciagure e ancora sciagure, calamità più grandi, più grandioso sfacelo. Voglio che tutto il mondo vada fuori sesto, che tutti si grattino a morte.
      Composta sabato 4 giugno 2011
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        Scritta da: Andrew Ricooked
        Volevo essere scelto, volevo una persona che voleva me. Una persona per la quale io non potevo essere sostituito da un giorno all'altro. Una persona che mi facesse sentire speciale, diverso da tutti. Un individuo, una persona, un principe azzurro. Come quando ero piccolo e per la mia mamma, io ero il suo bambino.
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