Io credo che la civiltà sia una patina molto sottile, come la doratura di un orologio da poco, che poi con l'acqua o semplicemente col tempo o alla prima grattata contro un muro va via e lascia vedere cosa c'è sotto: il grigio e il freddo dell'acciaio.
Il giudice di ultima istanza è il pubblico; e il pubblico legge sempre meno. Il numero totale di copie vendute cala. In Italia, rispetto agli altri paesi, leggiamo poco. La stampa è in crisi. Le promozioni, a volte intelligenti, a volte strampalate, tentano invano di mettere un argine.
Nella nostra arroganza, noi abbiamo ritenuto l'Umanità la prima tra le razze di questa galassia. Tale convinzione sarà smentita come un'idiozia della peggior specie dal risveglio di questi esseri arcaici. Tutti i sogni, le speranze e le promesse di salvezza non sono che polvere nel vento.
Si può definire la legge come l'unione di chi comprende e vede lontano contro chi vede solo ciò che ha vicino. I primi devono costringere i secondi a compiere ciò che è nel loro interesse. Ma non è nell'interesse dei miopi, per farli felici contro la loro volontà, bensì nell'interesse della comunità. La legge è l'arma indispensabile dell'intelligenza contro la stupidità.
Sarà più sicura e salda e meno sottoposta alla fortuna quella società che è fondata e governata da uomini saggi ed attenti. Viceversa quella che è costituita da uomini rozzi ed incapaci dipende in massima parte dalla fortuna ed è meno salda.
La civiltà occidentale ha grandissime colpe, come qualsiasi civiltà umana. Ha violato e distrutto continenti e religioni. Ma possiede un dono che nessuna altra civiltà conosce: quello di accogliere tutte le tradizioni, tutti i miti, tutte le religioni, tutti o quasi tutti gli esseri umani.