Invito, se esiste - non credo –un politico dei nostri giorni a cogliere questa sfida; provi egli a vivere un giorno con la capacità di spesa di un operaio, muratore, minatore, spazzino e con lo sforzo fisico e psicologico che ognuno di queste straordinarie persone - indispensabili per noi e anche per loro - sono costrette ad affrontare ogni volta che il sole entra timidamente nelle loro case e si rendano, lor signori conto del vero valore del fare o sentirsi politico o politicante, partendo dal più prezioso dei valori che i più disconoscono: "l'umiltà".
Però per il momento, diciamo così, è un Parlamento, grazie a Dio, senza transessuali, terroristi. Per carità, li rispetto i transessuali, però insomma, non vedo per quale motivo debbano andare in Parlamento. Ma stiano a casa loro, scusa eh!
Qui non si tratta dell'obiettivo che questo o quel proletario o il proletariato nel suo insieme si propone di raggiungere. Si tratta invece di ciò che è, e di ciò che in conformità a questo essere deve necessariamente verificarsi nella storia.
La sfiducia nei politici di oggi - a mio parere - deriva dal fatto che invece di pensare all'interesse di tutti sembrano avere tutti lo stesso interesse.