Adesso parlano. Venti arrossati dall'inverno ripetono il viola di una bellissima bufera. E il cielo sfoglia le pioggie come pagine d'ombra pronte a precipitare. Sono come sempre in mezzo, tra il grigiore del tempo e lo sbadiglio di una nuvola. Potrei giurare di conoscere a memoria le voci di ogni stagione, il commovente suono delle nevi l'umile rimbombo del sole il boccheggiare pallido della nebbia. Ma mi disfo delle mie certezze appena un po' di brina si abbandona tra le foglie cercando una vecchia quiete. Lo so, gli anni non sono mai gli stessi e tutto può cambiare. Certo, se ora il vento dice la propria tristezza anche alle siepi, mi sento senza privilegi, una lenza buttata a caso tra le acque. Potevo essere lo splendore tra le distanze, uno sfrenato silenzio che ancora continua.
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