Nati da una carezza appena messi al mondo iniziano già a volare piccoli gabbiani.
Volano in un cielo limpido, caldo, materno, pronto a sorridere dei loro capricci, e cullarli, a proteggerli dalla crudeltà e dall'oscurità che li avvolge.
Ma lo stesso cielo è a volte cieco e insensibile ad ogni lacrima o urlo; è indifferente alla paura e alla fragilità che li minaccia.
Destinati a soffrire senza una gioia che li renda dentro di sé bambini, più che mai vivi privi di sorrisi, sogni, carezze, affetti, riusciremo ad amare il nostro mondo????
Salve, la tua poesia si nutre di luoghi comuni e perde spesso il ritmo proprio della poesia, scadendo in una prosa inelegante.Devi affinare i tuoi strumenti espressivi e i contenuti.Scusa la franchezza
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