Quante volte mi sono creata dei cancelli immaginari dove per anni ho aspettato, ho sperato, ho pianto. Un cancello rappresentava la mia vita fino a che non sono diventata una donna, ero impigliata ad un edera vicino a quel cancello era un ricatto, una disperazione che vivevo da piccola. Volevo che tu mamma mi amassi perché ero tua figlia, punto, non perché qualcuno ti dovesse dare una motivazione. Volevo che tu sentissi la paura di non essere abbastanza e che mi chiedessi scusa. Quel cancello un giorno l'ho spalancato ti ho guardata negli occhi e ti ho detto che io volevo solo potere avere fiducia in te. La tua risposta "non vai bene per me fatti la tua vita". Mamma la vita di una donna è la sua mamma. Ho stretto i denti in quest'anno la poesia è stato il mio grido e sono andata avanti. Io sono una guerriera.
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