Scritta da: Federico
in Frasi & Aforismi (Poesia)
Di questo potrei parlare all'infinito, ma odio Leopardi e tutti i poeti da pelliccia.
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Di questo potrei parlare all'infinito, ma odio Leopardi e tutti i poeti da pelliccia.
I poeti sono come i bambini: quando siedono a una scrivania, non toccano terra coi piedi.
Quando leggo poesie di poeti tristi che parlano di baci tristi sorrido e la vita diventa più sopportabile perché mi accorgo che al mondo ci sono... "più stupidi di me".
La poesia non è fatta di queste lettere che pianto come chiodi, ma del bianco che resta sulla carta.
Sperate nel presente. Ci sono momenti in cui è difficile credere nel futuro, quando non si ha abbastanza coraggio. Quando accade, concentratevi sul presente, coltivate la felicità delle piccole cose finché non tornerà il coraggio. Aprite il cuore alla bellezza del momento successivo, dell'ora seguente, della promessa di un buon pasto, di un buon sonno, di un libro, di un film, della possibilità che stanotte le stelle risplendano e che domani ci sarà il sole. Affondate le radici nel presente finché non sentirete in voi la forza di pensare al domani.
I poeti dicono che le rocce sono le ossa della terra, i fiumi invece le vene.
La poesia, è ciò che sognamo, ciò che immaginiamo, ciò che desideriamo e ciò che si compie, spesso. La poesia è ovunque come Dio non è nessuna parte. La poesia, è uno dei più veri, uno dei più utili nome della vita.
Inconsapevole
Avvolta dalla scrivania universalmente anonima:
Lo sguardo ceruleo, un’esile diafana figura anima,
Occhi ammaliati dalla lucida fialetta trasparente:
Due gocce arrembano e si colliquano teneramente
Nelle due cavità accoglienti, ignee e umettate
Due gocce di collirio; ed è l’eponimo del delirio:
Quel lucido intervallo che preannuncia la follia
Dell’ignaro spettatore catatonico, ammaliato
Dal catartico unguento che spaglia dalle orbite;
Irrora e accarezza le pallide e rugiadose gote
Sfiora, si coagula e penetra nella cavità piretica;
Le labbra umide e rubizze esaltate dal composto e,
L’ospite, nell’estatica diallage, ingorgato nell’onirico deliquio.
Il gioco dell'Universo. (Lo spirito amante della natura).
La spiaggia brilla sotto le stelle ed il mare ne bagna le silenti propaggini. Un'onda giunge fino a me... e si ritrae: sembra che voglia rapirmi. Nuovamente torna ad accarezzare e lambire i miei piedi; gioconda sottrae la sabbia intorno facendo sì che io sprofondi un poco. Forse la spiaggia vuol farmi prigioniera? in un rapimento amoroso di amplessi marini? Sembra un gioco bellissimo, nel quale sono complici le acque ed i mille granelli di sabbia. Ma nel gioco male si addice la mia immobilità: fissa nello stupore incredulo. Tutto in torno si muove e accarezza fremendo il mio corpo. Perché rimango immobile? La natura mi chiama mi incita a vivere... a giocare... L'onda gaia continua il suo abbraccio e carezza sensuale la pelle del mio corpo stupito. La spiaggia non accetta la fissità del mio essere; fa vacillare i miei piedi, l'acqua marina che lenta si muove... Un attimo e tutte le membra son parte del mare. La spiaggia mi ha gettata nel grembo fluido della madre schiumosa. Il corpo sospira… si risveglia… miriadi di gocce salate distruggono il torpore. Adesso! la vita penetra in me. Ed io con impeto, al fine travolto, prendo parte al gioco dell'universo.
Le parole sono la prosa dell'amore: i baci, la poesia.