Scritta da: Alice Caramella
   in Frasi & Aforismi (Libri)
Stelle, bellissime stelle. Nude stelle in quel cielo notturno. Lontane stelle. Dannate stelle che sanno.
dal libro "Scusa ma ti chiamo amore" di Federico Moccia
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Stelle, bellissime stelle. Nude stelle in quel cielo notturno. Lontane stelle. Dannate stelle che sanno.
Ho la sensazione di aver dato tutta la mia anima a qualcuno che la usa come se fosse un fiore da mettere all'occhiello, una piccola decorazione per gratificare la sua vanità, un ornamento per un giorno d'estate.
La cosa più banale diventa deliziosa se solamente la si nasconde.
Quando una persona mi piace moltissimo non ne dico mai il nome a nessuno: è come rinunciare a una parte di lei. Ho imparato ad amare il segreto: mi sembra l'unica cosa che può rendere misteriosa - o splendida - la vita moderna.
L'uomo si adatta a tutto. Supera dolori, chiude storie, ricomincia, dimentica, finisce persino per annacquare grandi passioni. Ma a volte basta un niente per capire che quella porta non è mai stata chiusa a chiave.
"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie.
È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi del mondo, non ha creato una sola foglia identica all'altra.
Ma tu ritieni che l'essere diverso sia follia e così hai scelto di vivere in questo ospedale psichiatrico.
Perché qui, visto che tutti sono diversi, diventi uguale agli altri."
Ero stato circondato da esseri fantastici, da cento delicati nulla, evocati dal potere poetico eppure, per me, più vivi della stessa realtà.
- Questa volta ti sei addormentato eh? Non puoi negare amore... -
- Cosa hai detto? -
- Senti non rompere -
Niki inizia a raccogliere i vestiti un po' imbarazzata.
- No, no, aspetta, aspetta... -
Alessandro si siede sul letto, con le gambe incrociate - Ripeti l'ultima parola... -
Niki lascia cadere di nuovo tutto per terra e sale sul letto. Si mette con le mani sui fianchi, a gambe larghe, in piedi, e lo guarda da lassù.
- Mi spiace. Ho deciso. E hai sentito bene. Scusa ma ti chiamo amore.
Quando nei miei lontani viaggi, allorché ero ancora un uomo, e quando quest'uomo libero e possente dava ad altri uomini dei comandi, che erano eseguiti, ho veduto il cielo coprirsi, il mare fremere e mormorare, l'uragano nascere da un punto del cielo, e come un'aquila gigantesca battere colle sue ali i due orizzonti, e allora io sentivo che il mio vascello non era che un rifugio impotente, poiché, leggero come una piuma nella mano del gigante, tremava e rabbrividiva.
Ben presto al rumore del vento fischiante, delle montagne d'acqua che si rovesciano sulla mia testa, il rumore spaventevole delle onde, l'aspetto degli scogli mi annunziavano la morte, e la morte mi spaventava, ed io facevo tutti gli sforzi per sfuggirla, e riunivo tutte le forze dell'uomo e tutta l'intelligenza del marinaio per lottare contro il cielo ed il mare!
Tra gli uomini-bambini. "Povero io sono" disse Siddharta: "non possiedo niente, se è questo che intendi dire. Certamente sono povero, ma lo sono volontariamente, quindi non sono in miseria".