Ma io, che non sono fatto per spassi, nè per la corte di specchi amorosi, io, che sono di rozzo conio e senza maestà d'amore per pavoneggiarmi con impudiche ninfe sculettanti, io, che sono amputato d'armonia, frodato di fatezze da Natura, deformato, non finito, spedito prima della mia ora al vivo mondo messo su a malapena per metà, e in modo cos'storpio e fuori tono che se gli arranco accanto i cani stessi mi abbaiano contro - perdio, io, in mezzo ai pifferi di pace non ho altro gusto per passare il tempo che spiare la mia ombra sotto il sole e cantarmi la mia deformità, E così, non potendo far l'amante in questi giorni di bell'eloquio, io decido di essere malvagio e odiare questi inutili diletti.
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