Scritta da: Silvana Stremiz
in Frasi & Aforismi (Libri)
I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto.
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I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto.
Quanti uomini hanno datato l'inizio di una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro.
"Amore ti penso tanto e penso che mi fai schifo. Sei da rifare. Ti regalo una palata di silicone, infilatela dove vuoi. "Come sei antica!" Perché? Vuoi mica dirmi che dal chirurgo estetico ci vai per piacere di più a te stessa? Ma sparisci. Tu per piacere di più a te stessa ti fai la carbonara o ti mangi coni grossi così che ti cola tutto il pistacchio giù per il gomito, "Il mito è Bambola Ramona. "Quella che ha due provoloni appesi alle clavicole? Se si china per allacciarsi le scarpe batte la fronte sul marciapiede tanto è sbilanciata in avanti. Ora ha fatto anche un calendario. "Si, extra-large. Non sta neanche appeso al muro. Lo devi usare come tappeto. "Che invidia. Io ormai sono così piatta che volendo mi potrei faxare."
Non cerco mai di migliorarmi o di imparare qualcosa, rimango esattamente come sono. Non sono uno che impara, sono uno che evita. Non ho voglia di imparare, mi sento perfettamente normale nel mio mondo pazzo; non voglio diventare come gli altri.
La strada era calda come ogni cosa in quel giorno, e l'ombra era una cocente delusione. Quel tipo di impeto particolare che il sole a volte esibisece, schiacciando i tetti delle case, ottundendo la speranza degli uomini e dimenticandosi di essere sorgente di vita: in questa arroganza ci si muoveva noi tutti, umanità un bel po' rallentata.
E ora, mi dica, come lo ama?
"Ha una brutta faccia." Sentenziò.
"Indigestione" Replicai.
"Di cosa?"
"Di realtà."
Era forse una creatura di un mondo scomparso, la cui razza, sopravvissuta in montagne fredde e nascoste sotto la Luna, non si era ancora estinta, covando questi ultimi arcaici esemplari, creati per la malvagità.
C'erano in lei l'eccitamento e la rapidità di ragionamento che negli uomini compaiono prima della battaglia, di una lotta, nei momenti pericolosi e decisivi della vita, i momenti in cui l'uomo dimostra una volta per sempre il proprio valore e che tutto il suo passato non è stato vano, ma una preparazione a questi momenti.
Se volete farvi un giudizio su una persona e conoscere tutta la sua anima, non fate attenzione a come tace, o a come parla, o a come piange, o persino a come si commuove per le idee più nobili, ma guardatela piuttosto quando ride. Se una persona ride bene, significa che è una brava persona. Cercate di cogliere, inoltre, tutte le sfumature: bisogna, ad esempio, che il riso di una persona non vi sembri in nessun caso stupido, per quanto essa sia allegra e semplice. Non appena noterete la più piccola traccia di stupidità nel suo riso, significa, senz'ombra di dubbio, che quella persona è di intelletto limitato, anche se non ha fatto altro che sciorinare idee. Se poi anche il suo riso non è stupido, ma la persona stessa, mettendosi a ridere, improvvisamente vi è parsa per qualche ragione ridicola, sia pure un pochino, sappiate che quella persona manca, per lo meno in parte, di dignità propria. Oppure, infine, se questo riso, benché comunicativo, tuttavia per qualche ragione vi appare alquanto volgare, sappiate che anche la natura di quella persona è alquanto volgare e che tutto ciò che di nobile e di elevato avete notato in lui in precedenza o è qualcosa di intenzionalmente finto, o è qualcosa di inconsciamente imitato, e che quella persona, infallibilmente, in seguito muterà in peggio, si occuperà di "cose utili" e rigetterà senza rimpianto le idee nobili, come errori e infatuazioni di gioventù.