Per quello che noi oggi conosciamo, la mente umana è influenzata da due soli fattori: le esperienze quotidiane di una intera vita, e il codice genetico che abbiamo ereditato. Dal momento che non vi è nulla di genetico nei pensieri e nelle idee filosofiche, allora queste sono quasi solamente il risultato delle nostre esperienze. Ma come possiamo anche solamente sperare di poter avere esperienza di tutta la vita, di tutto l'universo, di tutto ciò che esiste, è esistito, esisterà, o potrebbe esistere? D'altronde la nostra è una vita intrinsecamente finita e limitata. E allora come possiamo pensare di poter organizzare una filosofia universale nell'arco non solo di una vita umana, ma anche di una intera civiltà umana. La nostra non può che essere una conoscenza limitata, finita e incompleta.
E una tale conoscenza, se non può essere auto consistente né completa, a che cosa può servire? A che cosa può giungere colui che fa della conoscenza il motivo della propria esistenza?
Può solo vivere per accumulare e riorganizzare conoscenza. In un processo che gli sopravvivrà, e sopravvivrà a tutte le genie umane.
Commenti