I tuoi capelli ribelli color miele, incorniciavano il volto stanco e pallido.
La tua mano cercava la mia scivolando a fatica tra le lenzuola e la coperta. La tua voce era una flebile cantilena, solo a volte riuscivi a esprimerti. Ma i tuoi occhi nocciola, velati di tristezza e sofferenza mi trasmettevano una muta preghiera: Portami a casa! Ti ci porterò un giorno, quando ci ritroveremo e tu sarai bella come tanti anni fa, e io ti riconoscerò subito! Perché tu sei la mia mamma.
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