Che padre è colui che dilapida le fortune dei suoi figli, che a tavola invita coloro che non dovrebbe invitare, che fomenta lo scontro tra chi dovrebbe amare, che insegna ciò che non dovrebbe insegnare. Che padre è colui che non incoraggia i figli con coraggio a proseguire, che non accudisce il figlio più debole che dovrebbe accudire, che nella famiglia punisce la sua parte migliore e non trae esempio da chi la vita gli ha voluto donare. Che padre è chi non ricorda quel che il destino gli ha voluto affidare, che non interpreta i sogni di chi vuol farsi guidare, che pensa: - Il mio tempo è prezioso, quello dei miei figli è giusto sprecare-, che non ricorda ciò che era e non sa più dove deve andare. Che padre è se alla fine padre vuol farsi chiamare, ma non ha coscienza di ciò che in coscienza dovrebbe fare.
In fondo dico a voi: chiamatelo pure, chiamatelo pure un po' come vi pare, ma per chiamarsi "Stato", se lo dovrebbe meritare.
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