Scritta da: Silvia
L'estremo del dolore, come l'estremo della felicità, muta l'aspetto di tutte le cose.
dal libro "Le affinità elettive" di Johann Wolfgang von Goethe
L'estremo del dolore, come l'estremo della felicità, muta l'aspetto di tutte le cose.
La superstizione mi è sempre stata odiosa come il maggior danno che l'uomo si possa procurare.
Non sorridete, caro Mittler, o magari sorridete pure! Oh! Io non mi vergogno di questa devozione, di questa, se volete, pazza insensata passione. No, io non ho ancora mai amato, ora apprendo che cosa significhi. Fin qui, nella mia vita, non s'era avuto che preludio, attesa, passatempo, spreco di tempo, finché non la conobbi, finché l'amai, e allora veramente amai.
Oh! Lasciate in tanta incertezza della vita. (...) in questo gioco alterno di speranze e d'affanno lasciate una specie di stella polare al cuore bisognoso, alla quale possa almeno levare lo sguardo, anche se non gli serva da guida.
Ai sintomi ammonitori nessuno bada, soltanto a quelli lusinghieri e promettenti si rivolge attenzione e solo in quelli si ha viva fede.