Se del domani nessuno ha la certezza, io sono nessuno e tu domani.
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Se del domani nessuno ha la certezza, io sono nessuno e tu domani.
Vivrò sempre per il domani, guardo dentro me stesso e dico che l'ho fatto per amore.
Tu guardi le stelle, stella mia, ed io vorrei essere il cielo per guardare te con mille occhi.
Amare non è altro che scegliere quello cui ti senti voler bene, non per bisogno, ne per utilità alcuna.
Il mio cuore è così stretto al tuo, che del mio col tuo si può fare un solo cuore.
[...] Ho liberato una mano, ho preso un bicchiere e l'ho spostato sul bordo del tavolo.
"Cadrà" ha detto lui.
"Esatto. Voglio che tu lo faccia cadere."
"Rompere un bicchiere?"
Sì, rompere un bicchiere. Un gesto in apparenza semplice, ma che implica terrori che non giungeremo mai a comprendere appieno. Che cosa c'è di sbagliato nel rompere un bicchiere di poco valore, quando tutti noi, senza volerlo, abbiamo già fatto la stessa cosa nella vita?
"Rompere un bicchiere? " ha ripetuto. "Per quale motivo?"
"Posso spiegartelo, " ho risposto "ma, in verità, è solo così, per romperlo."
"Per te?"
"No, è chiaro".
Lui guardava il bicchiere sul bordo del tavolo, preoccupato che cadesse.
"È un rito di passaggio, come dici tu stesso" avrei voluto spiegargli. "È la cosa proibita. Non si rompono i bicchieri di proposito. In un ristorante, o nelle nostre case, ci preoccupiamo che i bicchieri non finiscano sul bordo del tavolo. Il nostro universo esige attenzione, affinché i bicchieri non cadano per terrà."
"Eppure," pensavo ancora, "quando li rompiamo senza volerlo, ci accorgiamo che non è poi tanto grave. Il cameriere ci dice: "Non ha importanza", ed io non ho mai visto includere un bicchiere rotto nel conto di un ristorante. Rompere bicchieri fa parte del caso della vita e non provoca alcun danno reale: né a noi né al ristorante né al prossimo".
Ho dato uno scossone al tavolo. Il bicchiere ha ondeggiato, ma non è caduto.
"Attenta!" ha detto lui, d'istinto.
"Rompi quel bicchiere" ho insistito io.
"Rompi quel bicchiere," pensavo, "perché è un gesto simbolico. Cerca di capire che io, dentro di me, ho rotto cose ben più importanti di un bicchiere e ne sono felice. Pensa alla lotta che divampa dentro di te e rompi questo bicchiere. Perché i nostri genitori ci hanno insegnato a fare attenzione con i bicchieri e coi i corpi. Rompi questo bicchiere, per favore, e liberaci da questi maledetti preconcetti, dalla mania che sia necessario spiegare tutto e fare solo quello che gli altri approvano."
"Rompi questo bicchiere" gli ho ripetuto.
Mi ha fissato negli occhi. Poi, lentamente, ha fatto scivolare la mano sul piano del tavolo, fino a toccare il bicchiere.
Con un movimento rapido, lo ha spinto giù.
Il rumore del vetro infranto ha richiamato l'attenzione di tutti. Invece di mascherare il gesto chiedendo scusa, lui mi ha guardato sorridendo e io ho ricambiato il gesto.
"Non ha importanza" ha esclamato il ragazzo che serviva ai tavoli.
Ma lui non lo ascoltava. Si è alzato e, mettendomi le mani tra i capelli, mi ha baciato.
[...]
L'amore più bello è un calcolo sbagliato, un'eccezione che conferma la regola, quella cosa per cui avevi usato la parola mai. Che c'entro il col tuo passato, io sono una variabile impazzita della tua vita. Ma non posso convincerti. L'amore non è saggezza, è follia...
Amarsi
è quel ripercorrere
con i ricordi
le piccole cose fatte assieme.
Con amore.
E Sorridere solo al pensiero di ricordarli.
Cancellare dalla nostra vita chi ci ha fatto del male, a volte è l'unica risorsa che abbiamo per sentirci meglio. Ma almeno i ricordi, quelli belli che ci hanno regalato il sorriso, teniamoli stretti, perché il male che ci è stato fatto abbia un senso.
Perché se incontrarsi resta una magia,
è non perdersi la vera favola.