Viviamo, di solito, con il nostro essere ridotto al minimo; la maggior parte delle nostre facoltà resta addormentata, riposando sull'abitudine, che sa quel che c'è da fare e non ha bisogno di loro.
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Viviamo, di solito, con il nostro essere ridotto al minimo; la maggior parte delle nostre facoltà resta addormentata, riposando sull'abitudine, che sa quel che c'è da fare e non ha bisogno di loro.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
Se l'abitudine è una seconda natura, ci impedisce di conoscere le prima, della quale non ha né la crudeltà, né gli incanti.
Non nelle novità ma nell'abitudine troviamo i piaceri più grandi.
Gli uomini si abituano a tutto con una spaventevole rapidità.
Scusate la confidenza ma è un problema di coscienza piacere a tanta gente, è una gabbia seducente.
La gente è fortunata. Le piace tutto: coni gelati, concerti rock, cantare, ballare, odio, amore, masturbazione, panini col wurstel, balli folk, Gesù Cristo, i pattini a rotelle, lo spiritualismo, il capitalismo, il comunismo, la circoncisione, i fumetti, Bob Hope, lo sci, la pesca, l'omicidio, il bowling, i dibattiti. Tutto. Non hanno molto, perché non si aspettano molto. Ma sono una grande banda.
Certe abitudini sono dure a perdere. Il corpo a volte ci tradisce non solo dimenticando, ma anche conservando intatte le sue momerie...
L'abitudine è in qualche modo simile alla natura, giacché "spesso" e "sempre" sono vicini; la natura è di ciò che è sempre, l'abitudine di ciò che è spesso.
L'abitudine può cambiare lo stampo della natura e domare il diavolo o cacciarlo del tutto, con forza meravigliosa.