Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...i colpi che s’incassano, occhi di fantasia, per abbondare con i colpi che si mettono. Che avrebbe pensato Isa Bella di quelle che io consideravo decorazioni al valore, ed i più segnali indiscutibili di citrullaggine? Desideravo guardarla da vicino, nel profondo degli occhi; invece, ero distante, avvolto nella penombra violacea dei faretti. Gorghi di fumo da sigaro espirato si agitavano, salendo verso il soffitto (al JC il divieto di fumare nei locali chiusi era un “optional”). Avvicinarmi a portata di sguardo di Isa Bella era un’impresa, non solo perché partivo dal mio tavolo, abbastanza distante dal palco; anche perché lei, essendo impegnata nell’esecuzione del suo repertorio, non poteva darmi retta -pur volendolo fare, cosa che non era scritta da nessuna parte-. Immaginavo con facilità il suo atteggiamento, riuscito ad avvicinarla alla giusta distanza; con facilità poiché è ferrea abitudine di ogni donna, sono costruite in serie: mi avrebbe piantato i suoi occhi in faccia, e mi avrebbe fissato a lungo, in silenzio, per scrutarmi, a fondo, per squadrarmi, sopra e sotto e di lato pur senza muovere lo sguardo, pensando “chi è questo che fà il fesso con me?, mò lo aggiusto io”. E pensandolo in modo così evidente e ... [segue »]

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