Scritto da: Andrea Bidin
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...sulla sua branda, coperto da un leggero lenzuolo color mattone, in quella lugubre e maleodorante cella.
Fu il colpo finale.
Abbassai lo sguardo in terra ed afferrai le sbarre sentendo nitido sulla pelle il freddo materiale di cui erano fatte.
"Per una volta, Filippo, per una sola volta devi esser sincero con te stesso" mi dissi col tono severo di chi non ne può più di vivere questa dannata vita.
"Il tuo giudizio per Marco è di ferma condanna, e non potrebbe essere altrimenti. Ma i sentimenti non si possono cambiare, essendo storici, essendo veri, essendo le uniche cose reali rimaste a questo mondo. Nessun giudizio supremo, nessuna interpretazione potrà mai cancellare ciò che in fondo senti dentro te, ossia che Marco è li dentro per causa tua. Inutile continuare ad ingannarsi: tu condanni tuo figlio, ed in questo modo è chiaro che accetti la sua punizione. Ma lo ami. Lo senti parte di te. In qualche maniera potresti quasi ammettere che ti rappresenta."
In quella cella del carcere di Milano, davanti ai tuoi occhi non c'è Marco, ci sei tu. Tu assieme al tuo senso di colpa e di vergogna stai dormendo su quella sporca branda. Il tuo fallimento,... [segue »]

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    Scritto da: Andrea Bidin

    Commenti

    2
    postato da , il
    ti ringrazio, il tuo consiglio verrà preso in seria considerazione :)
    1
    postato da , il
    Il racconto è scritto molto bene anche se nella parte iniziale narra in fretta quasi tutto ma, facendo parte dei "racconti brevi", posso capirlo.
    Dal mio punto di vista ci sono tutti i requisiti necessari affinché, sviluppandolo, ne possa uscire un romanzo.
    Bella la parte "introspettiva" del personaggio paterno.
    I miei complimenti con 5 stelle *****

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