Scritto da: Andrea Bidin
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...ed in quel breve percorso che sembrò lunghissimo sia in termini di tempo che di spazio, lo sguardo accusatore che mio figlio mi rivolse fece sobbalzare l'anonimo torpore nel quale si trovava il mio animo di padre ferito.
"Forse ora troverò quella pace che tu non sei mai riuscito a trovare con mamma", urlò. Tutta l'aula, ossia io, il giudice e l'intero gruppetto di amanti del lugubre che ne faceva parte si sorprese per quella frase.

No, in realtà io non rimasi stupito da ciò. Tante volte ne avevo discusso con lui. Mi aveva sempre accusato di non aver amato veramente Monica, di averla picchiata per divertimento ed insofferenza e che il tumore le aveva fatto ciò che io, a distanza di poco tempo, avrei comunque causato: la sua morte prematura. Non accettai mai quelle sue illazioni, gli feci sempre notare col vigore di un padre offeso ed inorridito la pesantezza di quelle frasi. Eppure non la smetteva di accusarmi, trovava sempre l'occasione per rinfacciarmi quelle situazioni spiacevoli che avrei dimenticato molto volentieri. "Ciò che stò vivendo è solo e soltanto colpa tua" mi urlò mille volte e più.

Li per li decisi di non andarlo subito a trovare, non ... [segue »]

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    Scritto da: Andrea Bidin

    Commenti

    2
    postato da , il
    ti ringrazio, il tuo consiglio verrà preso in seria considerazione :)
    1
    postato da , il
    Il racconto è scritto molto bene anche se nella parte iniziale narra in fretta quasi tutto ma, facendo parte dei "racconti brevi", posso capirlo.
    Dal mio punto di vista ci sono tutti i requisiti necessari affinché, sviluppandolo, ne possa uscire un romanzo.
    Bella la parte "introspettiva" del personaggio paterno.
    I miei complimenti con 5 stelle *****

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