Scritto da: Nadia Consani

Zac


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...vita e non trovava alcuna soluzione che lo potesse far stare meglio. Forse l'unica era quella di dormirci sopra, se ci fosse riuscito, ma anche le sue notti erano agitate e piene di incubi.

Finalmente il fumo era uscito completamente dalla finestra di cucina ed era rimasto soltanto un po' di odore di carne bruciata nell'aria, ma con un po' di deodorante sarebbe andato via.
Stava rimettendo a posto la bomboletta, quando sentì suonare il campanello.
Ma è tardi, chi può essere a quest'ora che viene a rompere le palle? - pensò, mentre andava a guardare al video-citofono.
Era Elisa.
"Zac, è Elisa, fai piano, non abbaiare, non voglio aprire."
Zac si era accucciato in terra e aspettava che il suo padrone decidesse cosa fare, ma lo guardava e guaiva piano come se volesse convincerlo ad aprire la porta.
"Zitto!" Disse sottovoce Ruggero, mentre il campanello aveva già suonato diverse volte.
Non aprì.
Rimase per un po' vicino al citofono con la testa china e le mani sul viso, avrebbe voluto prendersi a schiaffi, ma la ragione ebbe il sopravvento sui sentimenti e almeno quella sera sentì di aver fatto bene a non aprire la porta.

Elisa era una ragazza ... [segue »]
Composto martedì 1 luglio 2014

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