Poesie d'Autore


Scritta da: Anna De Santis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Se non avessi

Vent'anni, e non cammino,
non ricordo nemmeno se sono stato un bambino,
tra le braccia di mia madre sono nato
che fino a che ha potuto
mi ha cresciuto e sostenuto.
Sempre ringrazio Dio per averla avuta.
Quando ero piccolo, non mi sentivo diverso,
adesso vivo ancorato ad una gelida sedia,
senza questa sicurezza mi sentirei perso.
La solitudine, è dentro al mio cuore,
fuori intorno a me un immenso amore,
qualche amico fa finta, il sorriso non nega,
ma ho imparato a leggere negli occhi.
La mia casa mi lega, è il mio porto sicuro,
il computer, il mio cane, mio padre e mia madre,
qualche volta ridiamo, qualche passeggiata,
ma una lacrima scende e presto va asciugata,
guardando un fiore che non posso cogliere,
un viso che non posso accarezzare,
quella bicicletta... non so pedalare,
il mare, il sole mi fa male
i miei occhi, senza futuro,
sono abituati al chiuso della mia stanza,
ho vent'anni, ma mi manca la speranza.
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    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il sipario

    E la nebbia scese come un sipario,
    tutto sfumò e nascose,
    anche quei giorni segnati, del calendario,
    nelle mani, che un tempo stringevi,
    più non rimani.
    Le promesse, le illusioni,
    le bugie e quelle strane sensazioni,
    non sapevo mai dov'eri,
    ti cercavo e non volevi,
    eppure a modo tuo mi amavi.
    Nel cuore sei rimasto, per tutto il tempo,
    ti sentivo come un brivido nel vento,
    mi sentivo sfiorare come solo tu sapevi fare,
    ed un giorno d'aprile, ti ho visto tornare.
    Ho riaperto casa, ho riaperto il cuore,
    sperando... ancora sto soffrendo
    e non si può per l'ennesima volta.
    Quel sipario scese su questa commedia,
    che mai più replicò.
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      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Perché Signore

      Perché Signore chiedi il dolore,
      forse a chi può sopportarlo,
      ci vuoi eroi nel cuore,
      ma siamo umani, con la nostra disperazione,
      non puoi continuamente metterci alla prova,
      qual è la tua soddisfazione?
      Ci prometti una vita tranquilla,
      al di là del mondo,
      ma se in terra già fede vacilla,
      cosa poi ci dobbiamo aspettare.
      Sotto questo cielo di stelle,
      stiamo a guardare,
      a volte cerchiamo te, sempre lo stesso,
      che difenderai noi tutti
      ce lo hai promesso,
      ma in terra chi hai messo a nostra difesa,
      tra fede e amore non c'è più intesa,
      non siamo eroi
      ma ricorda quel che hai detto...
      perché ci fai soffrire, siamo figli tuoi.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'inferno in Terra (Auschwtiz)

        Auschwitz un sterminio
        di un milione e mezzo
        di vite umane.

        Anime uguali marchiati
        come bestie con numero
        seriale che li identificava.

        Non come uomini
        ma, come bestie da macello.
        Pronti ad essere cremati
        per diventare bottoni o saponette.

        Bambini innocenti bruciati
        insieme a donne e uomini
        con la "colpa" essere "ebrei"
        o per ogni loro diversità.

        Mi chiedo quale mostro
        può arrivare a tanto
        quale è era la loro diversità.

        Mi chiedo quale fosse la loro
        colpa, e se il colore del sangue
        e la loro anima avessero
        un peso così diverso.

        Così diverso da togliere
        a loro la dignità umana
        la possibilità di una vita normale.

        Mi chiedo quale razza di bestia
        possa essere: "L'essere umano".
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          Scritta da: Pietro Saglimbeni
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Shoah infinita

          Adorno di orrori il mondo nega la parola alla poesia
          alla vita incenerita che cerca la verità nel cielo;

          dietro quel cancello scuro, dietro quelle scure parole:
          -Arbeit macht frei - vi rende liberi il lavoro, si maschera

          ingannevole la morte; in fumo la vita disprezzata
          numerata nella banalità del male; negato il nome

          lasciata ogni speranza: bambini in prima fila cantano nell'assurdo gioco che uccide; un bimbo che ride è lirica,

          un bimbo spaventato poesia epica: che poesia è la vita!

          Adorno di barbarie il continente brucia libri e persone
          stupra e tortura parole nella lingua di nobili poeti e

          quanti, filosofi e musicisti, si rivoltano nelle tombe
          cercano una torre alta e giù da lì verso il cielo di fumo;

          dies irae, dies illae! Da dove verrà il giorno che ci liberi
          dal male? Suoneranno le trombe che scoperchieranno

          le pesanti lapidi dei celesti cimiteri, e ritorneranno i nomi
          come libere parole, quelle parole che liberano dal male

          -Alle Menschen werden Bruder - tutti i nati siano fratelli
          la voce fraterna di Friedrich Schiller s'alza negli stessi cieli

          che berranno fuoco e fiamme e il latte nero della morte;
          prima che il fratello poeta Paul Celan in solitudine cosmica

          trovi un ponte alto sulla Senna da dove possa a piene mani lanciare versi e vedere fiorire e passare la rosa di nessuno

          ch'è negli occhi di tutti: vera poesia che vive!
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            Scritta da: Anna De Santis
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Tu

            Sei tu, il ricordo più bello, riposto qui nel cuore,
            tra le pagine di un libro che non riesco ad aprire.
            Ogni giorno scrivevo un minuto di te,
            e ti aspettavo, consumando i miei occhi.
            Accarezzo le tue lettere, chiamandoti
            respiro il tuo respiro,
            quel letto che ci ha visti amanti,
            ha mantenuto a lungo il suo segreto.
            Amore mio, ti prego, non voglio che i miei figli...
            Me lo dicevi sempre, lo ripetevi ancora,
            e quanto mi hai umiliato, ora per ora,
            lasciandomi da sola, con tutte quelle bugie,
            sei andato avanti per giorni, senza farti sentire
            e sempre ripetevi: cerca di capire...
            Le promesse di una vita insieme,
            non le hai mai mantenute, io dovevo essere discreta,
            eri un uomo sposato.
            Ma tempo è passato e non ne hai più parlato,
            volevi me, volevi tutto, ed era peccato.
            Ho vissuto la tua stessa vita, senza sapere,
            ero la tua amica, la confidente, l'amante
            e ti consolavo quando serviva, senza parlare
            e mi stava bene, perché troppo ti amavo,
            or non ci sei più, né per me, né per lei
            mi rimane il ricordo... nel cuore un profondo dolore.
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              Scritta da: Anna De Santis
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              C'ero anch'io.

              Fuori si sentiva l'eco dei fucili,
              grida per noi incomprensibili,
              dentro questo vagone merci,
              eravamo stipati come porci.
              Non c'erano più mamme, né figli
              né famiglie da riunire,
              sicuro c'era un popolo da salvare.
              Distrutti, in quel lungo viaggio,
              mentre la neve cadeva
              e copriva quel treno che lento ci conduceva,
              dove non c'era più ritorno,
              dove finisce il mondo... la frontiera,
              quella linea per noi infinita,
              da dove ogni cosa non è più tornata.
              Bambini che piangevano,
              attaccati alle gonne ed al seno,
              scaldati da quella calca umana,
              che ancora di più stringeva
              e non se ne curava.
              Qualche preghiera, mista ad imprecazioni,
              urla e mortificazioni.
              Qualcuno è tornato dal mondo dell'oblio,
              mi ha raccontato... c'ero anch'io.
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                Scritta da: Anna De Santis
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La vergogna

                Si sentiva quell'acre odor di corpi,
                da quei forni, solo il fumo, usciva,
                come anime che salivano al cielo, nella sera.
                Pioveva, ma quel fumo bianco
                era una bandiera,
                sventolava col vento freddo della notte buia,
                erano migliaia innocenti, gementi
                rinchiusi in celle di vergogna,
                come topi di fogna, senza più nome.
                Numeri a fuoco, da pazzi marchiati,
                non sentivano più il dolore,
                bestie da macello....
                E noi dovremmo scordare,
                quello che è successo!
                Questa è la pena che dobbiamo scontare,
                anche noi tutti, abbiamo lasciato fare,
                quanti di noi hanno assecondato questo
                psicopatico e malato.
                Vergognarci è poco, non si torna indietro,
                ma in questo giorno
                il fumo di quel forno sventolerà ancora
                come una bandiera per ricordarci sempre quel che era.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Nel giorno della memoria, shoah

                  Nel giorno della memoria
                  ricordiamoci di guerre assurde
                  senza senso, di forni accesi
                  pronti a uccidere anime innocenti.

                  Nel giorno della memoria
                  ricordiamoci di urla non ascoltate
                  di quell'indifferenza al dolore
                  di chi è morto ingiustamente.

                  Nel giorno della memoria
                  ricordiamo di quanto l'uomo
                  sia una vera bestia
                  di quella morale persa a combattere.

                  Nel giorno della memoria
                  ricordiamoci dell'atrocità
                  di ogni assurdo gesto compiuto
                  di quelle vite che non ci sono più.

                  Nel giorno della memoria
                  ricordiamoci dei fatti
                  di quei "orrori " compiuti
                  di chi non c'è più.

                  Di vite colpite senza "colpe".
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                    Scritta da: Elisabetta
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    L'eternità

                    È ritrovata.
                    Che cosa? L'Eternità.
                    E il mare andato via
                    Col sole.

                    Anima sentinella,
                    Mormoriamo la confessione
                    Della notte così nulla
                    E del giorno di fuoco.

                    Dagli umani suffragi,
                    Dai comuni slanci
                    lì tu ti liberi
                    E voli a seconda.

                    Poiché soltanto da voi,
                    Braci di raso,
                    Il Dovere si esala
                    Senza dire: finalmente.

                    Là nessuna speranza,
                    Nessun orietur.
                    Scienza con pazienza,
                    Il supplizio Ë certo.

                    È ritrovata.
                    Che cosa? - l'Eternità
                    E il mare andato via
                    Col sole.

                    Maggio 1872.
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