Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

L'Infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
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    Scritta da: Alessandro Rossini
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Le cose che fanno la domenica

    L'odore caldo del pane che si cuoce dentro il forno.
    Il canto del gallo nel pollaio.
    Il gorgheggio dei canarini alle finestre.
    L'urto dei secchi contro il pozzo e il cigolìo della puleggia.
    La biancheria distesa nel prato.
    Il sole sulle soglie.
    La tovaglia nuova nella tavola.
    Gli specchi nelle camere.
    I fiori nei bicchieri.
    Il girovago che fa piangere la sua armonica.
    Il grido dello spazzacamino.
    L'elemosina.
    La neve.
    Il canale gelato.
    Il suono delle campane.
    Le donne vestite di nero.
    Le comunicanti.
    Il suono bianco e nero del pianoforte.
    Le suore bianche bendate come ferite.
    I preti neri.
    I ricoverati grigi.
    L'azzurro del cielo sereno.
    Le passeggiate degli amanti.
    Le passeggiate dei malati.
    Lo stormire degli alberi.
    I gatti bianchi contro i vetri.
    Il prillare delle rosse ventarole.
    Lo sbattere delle finestre e delle porte.
    Le bucce d'oro degli aranci sul selciato.
    I bambini che giuocano nei viali al cerchio.
    Le fontane aperte nei giardini.
    Gli aquiloni librati sulle case.
    I soldati che fanno la manovra azzurra.
    I cavalli che scalpitano sulle pietre.
    Le fanciulle che vendono le viole.
    Il pavone che apre la ruota sopra la scalèa rossa.
    Le colombe che tubano sul tetto.
    I mandorli fioriti nel convento.
    Gli oleandri rosei nei vestibuli.
    Le tendine bianche che si muovono al vento.
    Composta domenica 18 ottobre 2015
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      Scritta da: Marilù Rossi
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

      Verrà la morte e avrà i tuoi occhi,
      questa morte che ci accompagna
      dal mattino alla sera, insonne,
      sorda, come un vecchio rimorso
      o un vizio assurdo. I tuoi occhi
      saranno una vana parola,
      un grido taciuto, un silenzio.
      Così li vedi ogni mattina
      quando su te sola ti pieghi
      nello specchio. O cara speranza,
      quel giorno sapremo anche noi
      che sei la vita e sei il nulla.
      Per tutti la morte ha uno sguardo.
      Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
      Sarà come smettere un vizio,
      come vedere nello specchio
      riemergere un viso morto,
      come ascoltare un labbro chiuso.
      Scenderemo nel gorgo muti.
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        Scritta da: Elisa Iacobellis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Al chiar di luna

        Calma, calma questo cuore agitato,
        tu, notte tranquilla di luna piena.
        Troppe gravi preoccupazioni,
        più e più volte
        gravano sul mio cuore.
        Versa tenere lacrime
        Sopra brucianti pene.
        Con i tuoi raggi argentati,
        portatori di sogno e di magia,
        morbidi come petali di loto,
        o notte, vieni, accarezza
        tutto il mio essere
        e fammi dimenticare
        tutte le mie pene.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale

          Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
          e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
          Anche così è stato breve il nostro viaggio.
          Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
          le coincidenze, le prenotazioni,
          le trappole, gli scorni di chi crede
          che la realtà sia quella che si vede.
          Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
          non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
          Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
          le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
          erano le tue.
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            Scritta da: Eclissi
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Amore a prima vista

            Sono entrambi convinti
            che un sentimento improvviso li unì.
            È bella una tale certezza
            ma l'incertezza è più bella.

            Non conoscendosi prima, credono
            che non sia mai successo nulla fra loro.
            Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
            dove da tempo potevano incrociarsi?

            Vorrei chiedere loro
            se non ricordano -
            una volta un faccia a faccia
            forse in una porta girevole?
            Uno "scusi" nella ressa?
            Un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
            - ma conosco la risposta.
            No, non ricordano.

            Li stupirebbe molto sapere
            che già da parecchio
            il caso stava giocando con loro.

            Non ancora del tutto pronto
            a mutarsi per loro in destino,
            li avvicinava, li allontanava,
            gli tagliava la strada
            e soffocando un risolino
            si scansava con un salto.

            Vi furono segni, segnali,
            che importa se indecifrabili.
            Forse tre anni fa
            o il martedì scorso
            una fogliolina volò via
            da una spalla all'altra?
            Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
            Chissà, era forse la palla
            tra i cespugli dell'infanzia?

            Vi furono maniglie e campanelli
            in cui anzitempo
            un tocco si posava sopra un tocco.
            Valigie accostate nel deposito bagagli.
            Una notte, forse, lo stesso sogno,
            subito confuso al risveglio.

            Ogni inizio infatti
            è solo un seguito
            e il libro degli eventi
            è sempre aperto a metà.
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              Scritta da: Roberta68
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              10 agosto

              San Lorenzo, io lo so perché tanto
              di stelle per l'aria tranquilla
              arde e cade, perché sì gran pianto
              nel concavo cielo favilla.
              Ritornava una rondine al tetto:
              l'uccisero: cadde tra spini:
              ella aveva nel becco un insetto:
              la cena dei suoi rondinini.
              Ora è là, come in croce, che tende
              quel verme a quel cielo lontano;
              e il suo nido è nell'ombra, che attende
              che pigola sempre più piano.
              Anche un uomo tornava al suo nido:
              l'uccisero: disse: Perdono;
              e restò negli aperti occhi un grido:
              portava due bambole in dono...
              Ora là, nella casa romita,
              lo aspettano, aspettano in vano:
              egli immobile, attonito, addita
              le bambole al cielo lontano.
              E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
              sereni, infinito, immortale,
              oh! d'un pianto di stelle lo inondi
              quest'atomo opaco del Male!
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La bambola blu

                Stamattina ho sognato che ritornavi e lasciavi una bambola
                blu a faccia in giù sulla trapunta di mia madre. Mi allungai
                per girarla, quando un liquido nero colò da una fessura del
                muro e sanguinò in una pozza che si apriva sotto il letto. La
                bambola aveva i capelli e il volto blu. L'afferrai per le caviglie
                e la scossi come il sonaglio di uno sciamano. La scossi
                con tale forza che la testa roteò e sentii rimorso.

                Mi alzai e legai i capelli. La mia vestaglia sfiorò il bordo
                d'acqua nera. Il naso cominciò a sanguinarmi, dapprima
                lentamente, poi gocce della grandezza di lacrime mi scivolarono
                sulla gola, tingendo il colletto e il corpino. Il mio vestito era quello
                della bambola blu. Camminai sull'acqua attraverso
                la parete nella foresta fino a una collinetta rocciosa.
                Mi tagliai un sentiero e salii a piedi nudi.

                Mi distesi a faccia in giù sulla cima, canticchiando la musica
                di un sole flautato. Non ero più arrabbiata. Non ero altro
                che lo spazio di una nota cantata da un tordo nel bosco.
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                  Scritta da: Andrea De Candia
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  La terra santa

                  Ho conosciuto Gerico,
                  ho avuto anch'io la mia Palestina,
                  le mura del manicomio
                  erano le mura di Gerico
                  e una pozza di acqua infettata
                  ci ha battezzati tutti.
                  Lì dentro eravamo ebrei
                  e i Farisei erano in alto
                  e c'era anche il Messia
                  confuso dentro la folla:
                  un pazzo che urlava al Cielo
                  tutto il suo amore in Dio.
                  Noi tutti, branco di asceti
                  eravamo come gli uccelli
                  e ogni tanto una rete
                  oscura ci imprigionava
                  ma andavamo verso la messe,
                  la messe di nostro Signore
                  e Cristo il Salvatore.
                  Fummo lavati e sepolti,
                  odoravamo di incenso.
                  E dopo, quando amavamo
                  ci facevano gli elettrochoc
                  perché, dicevano, un pazzo
                  non può amare nessuno.
                  Ma un giorno da dentro l'avello
                  anch'io mi sono ridestata
                  e anch'io come Gesù
                  ho avuto la mia resurrezione,
                  ma non sono salita ai cieli
                  sono discesa all'inferno
                  da dove riguardo stupita
                  le mura di Gerico antica.
                  Composta lunedì 30 marzo 2015
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