Poesie d'Autore migliori


in Poesie (Poesie d'Autore)

Cento Sonetti D'amore (XVII)

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Al mare (o quasi)

    L'ultima cicala stride
    sulla scorza gialla dell'eucalipto
    i bambini raccolgono pinòli
    indispensabili per la galantina
    un cane alano urla dall'inferriata
    di una villa ormai disabitata
    le ville furono costruite dai padri
    ma i figli non le hanno volute
    ci sarebbe spazio per centomila terremotati
    di qui non si vede nemmeno la proda
    se può chiamarsi cosí quell'ottanta per cento
    ceduta in uso ai bagnini
    e sarebbe eccessivo pretendervi
    una pace alcionica
    il mare è d'altronde infestato
    mentre i rifiuti in totale
    formano ondulate collinette plastiche
    esaurite le siepi hanno avuto lo sfratto
    i deliziosi figli della ruggine
    gli scriccioli o reatini come spesso
    li citano i poeti. E c'è anche qualche boccio
    di magnolia l'etichetta di un pediatra
    ma qui i bambini volano in bicicletta
    e non hanno bisogno delle sue cure
    Chi vuole respirare a grandi zaffate
    la musa del nostro tempo la precarietà
    può passare di qui senza affrettarsi
    è il colpo secco quello che fa orrore
    non già l'evanescenza il dolce afflato del nulla
    Hic manebimus se vi piace non proprio
    ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile
    alla morte ( e questa piace solo ai giovani)
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Senza di te tornavo, come ebbro...

      Senza di te tornavo, come ebbro,
      non più capace d'esser solo, a sera
      quando le stanche nuvole dileguano
      nel buio incerto.
      Mille volte son stato così solo
      dacché son vivo, e mille uguali sere
      m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
      le campagne, le nuvole.
      Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
      della fatale sera. Ed ora, ebbro,
      torno senza di te, e al mio fianco
      c'è solo l'ombra.

      E mi sarai lontano mille volte,
      e poi, per sempre. Io non so frenare
      quest'angoscia che monta dentro al seno;
      essere solo.
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        Scritta da: Eclissi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Inno alla Bellezza

        Tu vieni dal profondo cielo o sorgi
        dall'abisso, o Beltà? Versa il tuo sguardo
        infernale e divino, mescolati,
        il beneficio e il crimine, e per questo
        al vino ti potrei rassomigliare.
        Hai nell'occhio l'aurora ed il tramonto;
        come una sera tempestosa spandi
        profumi; ed i tuoi baci sono un filtro,
        e la tua bocca un'anfora, che fanno
        coraggioso il fanciullo, l'eroe vile.
        Sorgi dal nero abisso oppure scendi
        dalle stelle? Il Demonio, affascinato,
        come un cane è attaccato alle tue gonne;
        spargi a caso la gioia ed i disastri,
        e tutto reggi, e di nulla rispondi.
        Sopra i morti, o Beltà, di cui ti ridi,
        cammini. Non è il meno affascinante,
        l'Orrore, tra le tue gioie; amoroso
        sopra il tuo ventre orgoglioso danza
        l'Omicidio, fra i ciondoli il più caro.
        Vola abbagliata verso te l'effimera,
        o candela, fiammeggia stride e dice:
        "Benediciamo questa torcia! " Anela
        l'innamorato chino sulla bella,
        e ha l'aria d'un morente che accarezza
        la sua tomba. O Beltà, che cosa importa,
        o mostro spaventoso enorme ingenuo,
        che tu venga dal cielo o dall'inferno,
        se mi schiude la porta il tuo sorriso
        ed il tuo piede e l'occhio a un Infinito
        adorato ed ancora sconosciuto?
        Di Satana o di Dio, che importa? Angelo
        o Sirena, che importa se mi rendi,
        - fata dagli occhi di velluto, ritmo,
        profumo, luce, unica regina! -
        questo universo meno ripugnante
        e questi brevi istanti meno gravi?
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          Scritta da: Barbara Brussa
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ai giovani

          Bella ridente e giovane
          con il tuo ventre scoperto,
          e una medaglia d'oro
          sull'ombelico,
          mi dici che fai l'amore ogni giorno
          e sei felice e io penso che il tuo ventre
          è vergine mentre il mio
          è un groviglio di vipere
          che voi chiamate poesia
          ed è soltanto tutto l'amore
          che non ho avuto
          vedendoti io ho maledetto
          la sorte di essere un poeta.
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            Scritta da: mor-joy
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Sull'Amore

            Si chiama Amore ogni superiorità,
            ogni capacità di comprensione,
            ogni capacità di sorridere nel dolore.
            Amore per noi stessi e per il nostro destino,
            affettuosa adesione
            a ciò che l'Imperscrutabile
            vuole fare di noi
            anche quando
            non siamo ancora in grado di vederlo
            e di comprenderlo.
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              Scritta da: Gabriella Stigliano
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Passa radiosa, come la notte tersa

              Passa radiosa, come la notte tersa
              dai cieli stellati;
              il meglio del buio e del fulgore
              si incontra nei suoi occhi
              addolciti a quella tenera luce
              che il cielo nega allo sforzo del giorno.
              Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
              in parte guastato la grazia senza nome
              che si posa sui capelli neri
              o illumina il volto con dolcezza,
              dove pensieri limpidi
              svelano pura e preziosa dimora.
              Su quella guancia, sopra quella fronte serena
              sorrisi e colori parlano di pacifici giorni,
              di un intelletto in armonia con tutto,
              di un cuore che ama innocente.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Paura dei tuoi occhi

                Paura dei tuoi occhi,
                di quel vertice puro
                entro cui batte il pensiero,
                paura del tuo sguardo
                nascosto velluto d'algebra
                col quale mi percorri,
                paura delle tue mani
                calamite leggere
                che chiedono linfa,
                paura dei tuoi ginocchi
                che premono il mio grembo
                e poi ancora paura
                sempre sempre paura,
                finché il mare sommerge
                questa mia debole carne
                e io giaccio sfinita
                su te che diventi spiaggia
                e io che divento onda
                che tu percuoti e percuoti
                con il tuo remo d'Amore.
                Composta martedì 4 agosto 2015
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