Le migliori poesie di Ada Roggio

Acconciatrice, nato giovedì 29 giugno 1961 a Floersheim am Main (Germania)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Ada Roggio

Insolito incesto

Caduta la mia mente nell'infinito oblio
Guardo dalla finestra della mia anima
l'accadere
Dell'insolito incesto, a quella donna
Gemella della mia
Caduta così profondamente in basso
Per chi ha deciso di strapparti il cuore ancora battente
Il suo battere d'ali, ormai affievolito
Caduta la dove nulla riporta alla vita.
Ada Roggio
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    Scritta da: Ada Roggio

    Bugie

    Bugie, bugie
    Verità, verità
    Dov'è il centro?
    Guardo i tuoi occhi, cerco
    Cerco dentro di me, la risposta che dal tuo cuore non ho
    Perché menti, menti a te stesso, a me, al mondo
    Dov'è il centro?
    Figlio del mondo
    Figlio della terra
    Figlio di questa donna
    Figlio di tua madre
    Figlio che questa donna non riconosce più
    Donna che fa fatica a capire
    Donna che si tuffa alla ricerca del proprio figlio
    Figlio vittima del mondo
    Donna che cerca di ritrovare suo figlio, per non perderlo più
    La vita scorre come fiume in piena
    Nuvole, cadono sul tuo volto, oh!... Donna
    Donna che cerca invano il figlio perduto,
    in una inesorabile avvincente nuova vita
    Dalla tecnologia che spietatamente avvolge mani e mente degli abitanti della terra
    Donna, donna
    Donna che portasti in grembo il frutto del tuo amore oggi perduto!
    Per colpa, per colpe
    Cerchi
    Donna che alla nascita del tuo figlio piangesti come non mai
    Donna che hai cresciuto quel figlio tanto desiderato, tanto amato, poi...
    Poi, come un tornado, come se tu non fossi mai esistita
    Come se tu non avessi più voce
    Come se tu non fossi più
    Come se tu non potessi più
    Come se tu fantasma vagassi nell'ombra
    Donna vittima delle bugie di chi...
    Donna che dandogli la vita
    a costo della tua stessa vita
    Donna dov'è il centro?
    Cerca il centro solo tu potrai
    Col tuo amore,
    Unico e indissolubile
    Dov'è finito il centro?
    Donna...
    Ada Roggio
    Composta domenica 21 marzo 2010
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      Scritta da: Ada Roggio

      Non so più

      Non so più...
      Non so più se fuori c'è il sole oppure piove
      Non so più se.
      Ma continuo a camminare,
      su carboni ardenti, su fili incandescenti; la vita continua a regalare.
      Sapore amaro, sapore disperato.
      Psicologicamente, colpita dal tumore dell'anima.
      Non c'è medicina, non c'è dottore
      Il male è invisibile, ma talmente percettibile
      allo sfiorare del vento, penetra sempre più profondamente.
      Passa un giorno, un'altro giorno ancora.
      Passa così un mese, un anno ancora.
      Non so più pregare, non riesco più a pregare.
      Signore
      Aspetto, aspetto, aspetto.
      Ada Roggio
      Composta domenica 3 luglio 2011
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        Scritta da: Ada Roggio

        Caro Babbo Natale

        Caro Babbo Natale,

        Oggi torno a credere, allora scrivo a...

        Caro Babbo Natale
        Vorrei tanto da te un Natale speciale
        Albero non ne ho.
        Ho posto una piccola grotta con la natività su di una colonna di gesso
        Mi sento ricca perché ho anch'io il Natale
        Ma il mio Natale è freddo, vuoto, silenzioso,
        Non ha botti, non ha spumante, non ha voci, non ha sorrisi, non ha amore
        Tutto l'amore che mi regalano la famiglia, non mi porta pace
        Parlo di un amore perso, finito, che non ha eguale
        Tu ora leggendomi dirai, questa donna cosa vuole!
        Regali per lei... non ne ho
        Caro Babbo Natale
        Ricordo
        Quanto amore avevo
        Quanto amore mettevo con i miei figli nelle domeniche d'avvento
        Quanto amore mettevo con loro nel vestire la nostra casa
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro il presepe
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro l'albero di Natale
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro i regali di Natale
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro i dolci di Natale
        Quanto amore mettevo nel preparare con loro il pranzo di Natale
        Di quello che è stato, non posso cambiare nulla, è stato
        Forse ci ha colpa anche il fato
        Perché è successo, non so, forse era scritto in qualche libro nascosto
        Oggi cerco pace in qualunque posto
        Ma nulla mi fa cambiare allora il regalo che ti chiedo
        Fa che di questo ricordo io possa sognare ancora un po.
        Ada Roggio
        Composta lunedì 6 dicembre 2010
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          Scritta da: Ada Roggio

          Attraverso la lunga strada

          Attraverso la lunga strada,
          ricca di storia antichi sapori
          Corso Vittorio Emanuele.
          L'orologio di San Giacomo
          di fronte all'omonima chiesa.
          Lungo il percorso la statua di Massimo D'Azeglio
          in mezzo ad un'aiuola
          Palazzi antichi con archi a ricordare il passato.
          Palazzo di città alto pieno di finestre.
          Lì il Sindaco, e i vari consiglieri,
          uffici, rappresentano la città.
          Proseguo il mio cammino,
          mi soffermo a guardare: 3 scalinate, 3archi,
          4 lampioni a palla bianchi, 5 busti raffiguranti:
          Gaetano Donizetti, Vincenzo Bellini,
          Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, e Saverio Mercadante.
          Il bellissimo Teatro Comunale Curci.
          Affianco un grande portone di vetro la galleria del Teatro Curci.
          Allestita, sembra danzare in festa.
          Entro.
          Quadri, raffiguranti la vita che scorre frenetica tra sogni,
          fantascienza, santi, madonne,
          bambini, vicoli e vecchi ricordi.
          Svariate rappresentazioni artistiche,
          grafica, mosaico, sculture in marmi, legno, ferro.
          Molteplici le tecniche adoperate
          a rappresentare l'anima dell'artista.
          La galleria è lunga, alta,
          luce attraversa la vetrata.
          Fasci di luce illuminano
          poesie: liriche in lingua italiana,
          su fogli di formato A3 incorniciati,
          fluiscono fiumi di parole dei vari partecipanti.
          Scritto su questo foglio passato, presente, futuro.
          Resta per sempre testimonianza dell'artista,
          compreso, o incompreso.
          Mentre mi avvio verso l'uscita,
          un uomo alto dall'aria sorridente,
          contempla con entusiasmo i lavori degli artisti.
          Lui il promotore dell'evento
          "PREMIO BARLETTA PROVINCIA"
          Il giornalista Franco Lamonaca
          Un doveroso saluto, la sua mano grande, ricca di gioia.
          Sorridente, guardo anch'io la mia opera dedicata alla mia città
          Barletta.
          Ada Roggio
          Composta venerdì 3 giugno 2011
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            Scritta da: Ada Roggio

            Signore

            Signore, non so più pregare.
            Signore, non riesco più a pregare.
            Signore... Arrivata chissà come, qui.
            Tra sapori di borgo antico, case affacciate tra loro,
            gruppi di donne sedute vicino all'uscio
            a raccontare storie del passato,
            lampioni dal dolce color dorato,
            a rispecchiare il tempo che fu.
            Non so come,
            non so quando,
            ma ora sono qui dinanzi a questo gran portone
            di questa cattedrale, immersa dagli antichi sapori,
            dal fascino storico primeggianti colori di terra.
            Signore, non so più pregare.
            Signore, non riesco più a pregare.
            Signore...! Sento la tua voce, ma!
            Entro, segno di croce, m'inginocchio.
            Alzo lo sguardo,
            mi sento come entrata in una grande boscaglia.
            Piccoli raggi di luce
            penetrano attraverso quelle piccole finestrelle
            Lungo il percorso che precede l'altare,
            distolgono il mio sguardo
            gli altari di marmo stile barocco,
            quadri raffiguranti Madonne, Santi.

            Signore, non so più pregare.
            Signore, non riesco più a pregare.
            Signore...! Sento la tua voce, più vicina che mai.
            Arrivata all'altare maggiore,
            splendida visione per i miei occhi,
            luce meravigliosa per il mio cuore,
            incantevole sensazione sente la mia anima
            Altare dalle mille meraviglie, luci.
            Una luce splendente appare ai miei occhi,
            mamma con bambino,
            ricomincio a pregare, il mio sguardo rivolta a te
            Madonna dello Sterpeto, a me il pensiero di madre.
            Signore, mi hai chiamata a te,
            affinché tornassi a pregare?
            Io che credevo di non saper più pregare
            D'un tratto la boscaglia diventa una reggia luminosa,
            candele con fiammelle danzanti,
            al suono dell'organo, e voci bianche.
            Il mio cuore sorride, la mia anima gioisce sto pregando.
            Signore, tu che tutto puoi, ti do queste mie mani vuote,
            ma ricche d'amore,
            fa che tornino a dare carezze di mamma,
            abbracci di mamma.
            Una mamma.
            Attraverso il percorso a ritroso,
            tutto appare magica atmosfera.
            Rivolgo lo sguardo all'altare inchino il capo,
            segno di croce, esco dal grande portone.
            Sorride il mio cuore.

            Signore parte 2°

            Quel giorno.
            Dopo essere uscita dalla Cattedrale di Santa Maria Maggiore,
            mi sentivo rinata con tanta voglia di pregare; ma ad un tratto quelle strade antiche al mio passaggio sembravano piano piano stringersi sempre di più.
            Le donne dinanzi all'uscio; che raccontavano il passato,
            ad un tratto si trasformavano ai miei occhi in streghe e vampiri.
            I lampioni dalla luce color dell'oro si trasformavano,
            non illuminavano più il mio cammino, lo tingevano di rosso sangue,
            avevo tutto il corpo tinteggiato di quel color sangue,
            rabbrividivo.
            Cominciai a correre,
            follemente correvo verso il niente,
            ma correvo,
            tutto divenne una boscaglia intrecciata di sterpi pieni di spine,
            alberi che diventavano mostri a più teste si dimenavano al forte vento che li faceva volteggiare.
            Correvo,
            correvo.
            I portoni sembravano aprirsi.
            Somigliavano alla pancia della balena.
            Facce a me note venivano fuori e sentivo le loro voci a me tanto famigliari per la paura.
            Mi sentivo attaccata dai cattivi, i loro intrighi, le loro voci, mi avevano portato nella disperazione in tutti questi anni, cattivi che mi hanno portato via tutto.
            Correvo, correvo vedevo le loro facce piene di risa,
            mentre blateravano per darmi colpe mai commesse per trattenersi tutto cio che mi avevano preso plagiandomi, portandomi li dove non c'è ragione, psicologicamente inerme, psicologicamente fragile, psicologicamente annientata, psicologicamente nullità.
            Correvo, correvo avevo attraversato quasi tutta Via Duomo, passando dalla chiesa di Sant'Andrea senza fermarmi, io che in quella chiesa trovavo pace del cuore, quando mi recavo a pregare in passato.
            Mi ritrovai tra gli alberi che circondano i giardini del castello Svevo dedicati ai fratelli Cervi.
            Mi fermai lì dinanzi al castello Svevo cominciai ad intravedere la forma quadrangolare con i bastioni pentagonali lanceolati nei quattro spigoli, con i quattro bracci che li uniscono.
            Ricominciai a vedere la mia terra, la mia città, piano piano ricominciai a vedere le bellezze artistiche che i miei occhi non vedevano più.
            Ma!...
            I miei occhi hanno fame d'amore di mamma
            Il mio cuore ha fame di carezza di mamma e bambino
            La mia mente psicologicamente ferma la,
            agli anni della vostra adolescenza
            Vi rivedo, ogni momento della mia giornata.
            Al mattino quando apro gli occhi,
            e intorno a me silenzio,
            Mentre preparo la colazione.
            Quando m'incammino per andare a lavoro,
            vorrei darvi la mano, vi cerco, vi chiamo.
            Quando ritorno a casa per preparare il pranzo,
            tutti a tavola mi vien voglia di gridare.
            Come se la mia voce diventasse fioca,
            come se non avessi più fiato.
            Come se non avessi più aria
            Buon appetito, il vostro vuoto mi annienta.

            Come un automa ripulisco.
            Come un automa cammino.
            Come un automa sopravvivo a cio che di punizione, ho ricevuto dal vostro amore ferito
            Ferito dalla nostra conflittualità, un amore ferito.
            Psicologicamente devastata, ora l'ossessione mi assale, l'ossessione di non avervi,
            l'ossessione che mai più potrò.
            Cammino lungo il precipizio per voler cadere giu.
            Cammino attraverso il fuoco per lasciarmi bruciare
            Le menzogne, le falsità che ho dovuto sopportare sono frutto delle menti contorte che hanno volutamente annientarmi.
            Ma spero sempre in Dio, chissà un giorno mi dia la forza di ricominciare il sorriso della Vita
            interrotto.
            Ada Roggio
            Composta sabato 28 maggio 2011
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              Scritta da: Ada Roggio

              Devastamento psicologico

              Vivere nella solitudine,
              diventa una maledetta abitudine.
              Quando all'improvviso il mondo si sveglia,
              il giorno ti sorride,
              il sole ti scalda,
              la notte diventa stellata.
              Vorresti ritornare a condividere le emozioni si accavallano,
              togliendo il fiato, con chi ami più della tua stessa vita.
              Ma ti accorgi che...
              Sono cambiati.
              Tutto è cambiato
              Cambiati tutti
              Ma... viene definita follia, pazzia, tutta questa euforia.
              Ti vien chiesto di fermarti, di tacere.
              Devastamento psicologico.
              Non hanno provato il maledetto sapore del pane e
              miseria, dell'incomprensione,
              della pressione psicologica,
              del maledetto silenzio...
              Devastamento psicologico.
              Lacrime,
              scivolano come fiumi in piena.
              Pensieri, si aggrovigliano, resti senza fiato
              Torna il passato
              Maledetto, sapore di un tempo malato
              Forse è meglio tornare nella solitudine mentale,
              non è poi così spettrale!
              Ada Roggio
              Composta venerdì 2 marzo 2012
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                Scritta da: Ada Roggio

                Arrabbiato

                Sei arrabbiato con il tuo destino.
                Sei arrabbiato con te, non vedi futuro.
                Sei arrabbiato con la vita che ti scivola via senza darti via d'uscita.
                Sei arrabbiato, vorresti correre.
                Vorresti continuare a vivere la tua vita.
                Sei arrabbiato.
                Lei è arrabbiata.
                Loro sono arrabbiati.
                Siamo tutti arrabbiati.
                Vorremmo svincolarti da questo male che ti sta avvolgendo.
                Abbiamo le mani legate.
                Siamo arrabbiati.
                La tua sofferenza. La tua grande umiltà.
                Quel tuo nodo in gola ad ogni mio saluto penetra nel cuore mio.
                Penetra nel cuore di tutti coloro che ti vogliono bene.
                Arrabbiata non sa se credere chissà!
                Ci resta solo pregare, sperare in un miracolo.
                Ada Roggio
                Composta mercoledì 2 gennaio 2013
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