Maria, la donna che subisce la violenza (psiclogica, fisica, economica, ecc,) non si rende conto di essere una vittima, Chi le infligge simile barbaria è il marito, il compagno, l'ex partner e talvolta il figlio. Queste figure sono fondamentali per la donna, lei ha investito tutto il suo amore.
La consapevolezza di ciò è lentissima e dolorosa, può durare anni.
Tutto questo ovviamente NON E' AMORE, ma non è scontato che la donna lo comprenda, assolutamente...altrimenti non si perpetrerebbe la violenza. La famiglia, gli amici, parenti, conoscenti sono i primi a confermarle ed aumentarle la confusione (es. normali liti tra moglie e marito, oppure :"Non è che provochi tu la lite? Dai, passerà...pensa ai bambini"). Per un retaggio culturale, la società è la prima forma che infonde determinati rigori e stereotipati. Così la donna rimane isolata e sempre più convinta di essere lei la responsabile di ciò che le accade.
L'isolamento è si indotto dal partner, ma anche dalle altre persone che la circondano e che molto spesso si divincolano.Esistono, fortunatamente, dei centri anti-violenza, che funzionano e che sostengono la donna nel suo percorso di uscita dalla violenza.
Rimango convinta che una parte di responsabilità resta in noi, quando non siamo capaci di ASCOLTARE questa donna, dando per scontato che tutto rientri nella normalità. Questa è la prima forma di violenza nei suoi confronti.
12 anni e 8 mesi fa
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Un caro abbraccio a tutti voi (autori, staff, ecc.), che avete costruito e partecipato con il cuore a questa meravigliosa iniziativa, offrendo l'occasione di aprire le porte al mondo...perché la solidarietà sia ancora il cardine maggiore, che muove la nostra vita!!!
Grazie!!!!
Un grande e caro saluto a Marco :)
12 anni e 8 mesi fa
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La consapevolezza di ciò è lentissima e dolorosa, può durare anni.
Tutto questo ovviamente NON E' AMORE, ma non è scontato che la donna lo comprenda, assolutamente...altrimenti non si perpetrerebbe la violenza. La famiglia, gli amici, parenti, conoscenti sono i primi a confermarle ed aumentarle la confusione (es. normali liti tra moglie e marito, oppure :"Non è che provochi tu la lite? Dai, passerà...pensa ai bambini"). Per un retaggio culturale, la società è la prima forma che infonde determinati rigori e stereotipati. Così la donna rimane isolata e sempre più convinta di essere lei la responsabile di ciò che le accade.
L'isolamento è si indotto dal partner, ma anche dalle altre persone che la circondano e che molto spesso si divincolano.Esistono, fortunatamente, dei centri anti-violenza, che funzionano e che sostengono la donna nel suo percorso di uscita dalla violenza.
Rimango convinta che una parte di responsabilità resta in noi, quando non siamo capaci di ASCOLTARE questa donna, dando per scontato che tutto rientri nella normalità. Questa è la prima forma di violenza nei suoi confronti.
Grazie per le tue belle frasi...accendono nascoste emozioni:)
Grazie!!!!
Un grande e caro saluto a Marco :)
Un mega bacio anche a te!!!!
Bravissima Patrizia, un forte abbraccio!!!!