Frasi umoristiche Satira migliori


Scritta da: Eleonora La Pazza
in Umorismo (Satira)
Grillo si guarda bene dallo sciogliere la sua ambiguità di fondo: che non è quella di fare politica (satira e teatro sono politici da sempre, anche se oggi c'è bisogno di scomodare Luciano Canfora per ricordarcelo), ma quella di ergersi a leader di un movimento politico volendo continuare a fare satira. È un passo che Dario Fo non ha mai fatto.
La satira è contro il potere. Contro ogni potere, anche quello della satira. La logica del potere è il numero. Uno smette di fare satira quando si fa forte del numero di chi lo segue. Grillo il problema manco se lo pone.
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    Scritta da: Saverio Carulli
    in Umorismo (Satira)
    [Daniele Luttazzi spiega come distinguere la satira legittima da quella strumentale]

    Il potere usa il ridicolo, il dileggio e lo sfottò per aumentare il conformismo generale. È una tecnica di oppressione.
    Il dileggio invita la massa a prendere le distanze dalla vittima e a partecipare del divertimento sadico del violento.
    Shakespeare attribuisce ai suoi cattivi (Iago, Shylock) questo humor crudele proprio per definire la loro immoralità: uno stratagemma narrativo che ritroviamo nel Joker di Batman, nelle gag da incubo di Freddy Kruger e nella comicità assassina di Hannibal Lecter.
    Il potere è sovraumano in quanto disumano. Ti illude che, unendoti a lui, diventerai predatore: ecco spiegati i sondaggi sulla popolarità del premier. E tu, non ridi alle sue barzellette?
    Un disagio del genere ha finalmente aperto gli occhi a Mentana. Conosco la sensazione. È come sniffare wasabi.

    L'umorismo è sospensione del sentimento e può arrivare fino al cinismo; ma se sei cinico a spese di una vittima e ne prendi in giro la sofferenza, fai umorismo fascistoide, cioè eserciti una violenza.

    Il punto non è se una battuta fa ridere o meno. Si ride per il meccanismo comico e l'abilità consiste nell'imparare la tecnica migliore per scatenare il riflesso della risata; ma se questa abilità ti serve a veicolare un'idea razzista, sei un razzista.

    Il meccanismo di questa gag [nazista] può farvi ridere (per riflesso), se però vi compiacete della risata che suscita in voi, siete nazisti.

    Occorre fare attenzione perché la regressione culturale è già oltre il livello di guardia, specie qua in Italia. Se uno ride di quella gag dei Griffin, deve porsi una domanda: quanto la mia scala di valori, in questi anni, senza che neanche me ne accorgessi, si è corrotta?

    ... una società libera ammette tutte le idee, anche le più trasgressive, ma non può ammettere l'idea violenta (quella razzista o fascista o nazista). L'idea violenta è già stata giudicata dalla storia. È un'idea che, quando va al potere, cancella i diritti umani e la democrazia. La trasgressione culturale dei tabù e dei pregiudizi ( "ciò che ti offende in una società libera" ), che è legittima, non puoi paragonarla a un'idea violenta quale lo scherno della vittima. È un equivoco tragico, aggravato dal fatto di venir banalizzato da un cartone animato [i Griffin].

    Qualunque battuta, su qualunque argomento cui uno è sensibile, provocherà disapprovazione e non riso. Il caso dello humor cinico o noir lo dimostra; ma, ripeto, non è questo il punto.
    Il punto è: se rido della violenza su una vittima reale; se mi compiaccio dello scherno su di lui; se, per dirla con la efficace sintesi di Andrea, la battuta si pone dalla parte del carnefice; la gag e la risata sono fascistoidi. E lo sono anche quando banalizzano l'atto del carnefice (scena dei Griffin).

    Come si stabilisce da che parte sta la battuta? Nello stesso modo con cui è evidente che la battuta di Kraus è contro il nazismo e non a favore: quando la battuta si assume il carico del dolore, invece di banalizzarlo. La satira ha gli strumenti semantici per farlo. E lo fa.
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      Scritta da: Paolo Broni
      in Umorismo (Satira)
      All'inizio c'era il Piano.
      E poi vennero i Requisiti.
      E i Requisiti erano senza forma.
      E il Piano era senza sostanza.
      E l'oscurità cadde sulla faccia dei lavoratori.
      Ed essi parlarono tra loro dicendo, "è un vaso da notte pieno di merda e puzza."
      E i lavoratori andarono dai loro Supervisori dicendo, "è un secchio di letame e non si può vivere con la sua puzza"
      e i supervisori andarono dai loro Dirigenti dicendo, "è un contenitore di rifiuti organici ed è cosi forte che nessuno riesce a stargli vicino."
      E i dirigenti andarono dai loro Direttori dicendo, "è un vaso di fertilizzante e nessuno lo sopporta."
      E i Direttori parlarono tra loro dicendo, "Contiene ciò che fa crescere le piante ed è molto potente."
      E i Vice Presidenti andarono dal Presidente dicendogli "Questo nuovo piano promuoverà attivamente la crescita e il vigore della società con effetti molto potenti."
      E il presidente osservò il piano e disse che era buono.
      E il piano divenne Politica Aziendale.
      Ed è per questo che siamo nella merda.
      Composta venerdì 16 marzo 2012
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        Scritta da: Andrea Baron
        in Umorismo (Satira)
        Caro Bambino Gesù, quest'anno ti sei portato via il mio cantante preferito, Michael Jackson, il mio attore preferito, Patrick Swayze, la mia attrice preferita, Farrah Fawcett, il mio presentatore preferito, Mike Bongiorno, la mia poetessa preferita, Alda Merini!
        Volevo dirti che il mio politico preferito è Silvio Berlusconi e che l'anno non è ancora finito.
        Auguri e Buon Anno!
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