Un mezzogiorno d'agosto


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...vicino caseggiato. Calpestava il terreno sabbioso con un paio di zoccoli di legno che solevano calzare le contadine e stringeva una cesta fra il braccio destro e l'anca.
Mi guardò mentre ero disteso per terra; con la mano libera, fece un gesto di saluto, accompagnandolo con una garbata espressione, tipica della gente della campagna vesuviana: "'a grazia vostra". Risposi con molto calore quasi per farmi perdonare di non essere stato prima io a salutarla; le feci cenno di
sedersi vicino a me, aggiungendo: "ti leggerò qualche pagina del romanzo".
Esitò un attimo, poi depose a terra la cesta ricolma di flagrante frutta e si accovacciò al mio fianco. La guardai attentamente, mentre si abbassava. Non era bella, ma una semplice e genuina ragazza con due splendidi occhi grigio-azzurri; poteva essere della mia stessa età.
Aveva cucito addosso un fascino discreto da cui, senza sapere il perché, ero attratto. Il tessuto leggero del suo abito e la scollatura della camiciola facevano percepire la generosità del suo corpo.
Con molto calore, lo stesso che scendeva dentro di me ogni volta che leggevo un racconto avvincente, le feci un breve riassunto della parte del romanzo di cui avevo già preso conoscenza e ricominciai a ... [segue »]

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