Scritto da: BoscoInside

La partenza e le attese


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...le genti quella mattina, gli arabeschi erano in festa e le donne urlavano e piangevano mentre i bimbi non capivano nulla e i più grandicelli sognavano di esser loro lì, pronti a partire. Ci si guardava intorno spaesati, non eravamo mica dei fenomeni da baraccone ma la gente ci guardava, per l'ultima volta pensava. C'era confusione e nervosismo tra di noi, alcuni fieri altri timidi e pronti al ripensamento, perché l'ho fatto si chiedevano? Si partiva ora, non si giocava più nel labirinto di siepi. C'era chi lasciava donna e bambini, chi solo donna o solo bambini, chi la madre e un padre mai avuto ma sentito sempre vicino. Ci si preparava e la sensazione alle gambe era strana. Come un leggero formicolio, forse adrenalina figlia della paura e del coraggio. Si fissano gli occhi sui dettagli più normali: un balcone fiorito, una quercia lontana nel grano, la fontana, l'erba tra i sampietrini della piazza. Tutti dettagli che ci fan piangere lasciandoci nodi in gola e fitte al petto che esplode di commozione per quei luoghi che erano stati i nostri palco scenici di vita quotidiana. Si faceva caso al dettaglio, alla piccola cosa, alla lucertola, alle rondini arrivate chissà ... [segue »]

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