Scritto da: BoscoInside

La partenza e le attese


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...vociare si fece d'improvviso più forte che mi travolse risvegliandomi dall'incanto. Mi diressi allora senza fretta verso i cavalli. C'era gente che correva ovunque, volti conosciuti indaffarati in mille lavori diversi tra loro. Presi il cavallo con tutto l'occorrente per pulirlo e bardarlo e lo portai lontano dalle grida e dal gran da fare generale che rendeva tutto e tutti nervosi. Eravamo io e il cavallo, ci guardammo a lungo negli occhi... fissi... mi osservava nei movimenti, tutti quelli che facevo e capiva. Ci raccontammo il mondo nel silenzio. Mi piaceva strigliarlo e pulirlo, mi rendeva calmo e pacifico e anche a lui non dispiaceva. Si lasciò pulire gli zoccoli dal fango accumulato nei giorni di nulla fare. Finito il lavoro di pulizia, l'osservai lasciarsi illuminare dalla luce lunare che gli donava un alone turchese... era stupendo, bellissimo. Ci furono attimi di silenzio. Avrei voluto lasciarlo libero di andare, di fuggire lontano, avrei voluto schiaffeggialo e vederlo allontanare veloce come il vento, libero come quando lo presi da quelle terre incolte e selvagge, ma mi era impossibile. Con le lacrime agli occhi, lo preparai per la guerra condannandolo a morte... son sempre pochi i cavalli che tornano. Era stupendo, diabolico ... [segue »]

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