Scritta da: MoniFlà

Apocalipse

Non fu notte che impallidì il mio cupo sonno,
né vento che smorzò la fiamma del mio sorriso,
ma gelo che rapisce ogni pavido istante al mio cuore muto,
e fermo sta sul soglio da cui passano i giorni
a salutare un'altra vita.
Ed io con loro,
bianca di luce del mattino,
arsa di sabbia e d'amore,
io, sola nell'inferno che mi spetta,
pellegrina sulla mia tomba
ancora una volta vuota...
Come Lazzaro mi svegliai da un lungo sonno,
depositando la pietra del mio sepolcro,
gettando la veste sofferta,
e cieli s'aprirono in di me,
ed io in loro.
Un universo uscì fuori,
mondi sepolti
ritornarono dal nulla.
Allora io vidi
e come un sacrificio antico
la mia voce s'elevò al cielo:
la fine del mondo la stiamo già vivendo!
Composta sabato 25 settembre 1999
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    Scritta da: MoniFlà

    Ubriaca d'amore

    Lasciatemi vivere così,
    ubriaca d'amore
    tra le panchine di un parco,
    cibandomi dei suoi teneri baci
    e delle sue carezze.
    Lasciatemi vivere così,
    dormendo con sentimenti vagabondi,
    saziandomi con l'odore della sua pelle
    per la quale io fremo.
    Desiderosa di lui, del suo corpo,
    del sogno di un suo interminabile abbraccio
    voglio vivere e morire.
    Colma e traboccante del suo essere
    voglio poter resuscitare.
    Composta martedì 30 gennaio 2007
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      Scritta da: MoniFlà

      Stendo la mia pena ad asciugare al sole

      Stendo la mia pena ad asciugare al sole,
      relego il mio dolore a questo fioco raggio
      nell'attimo infinito in cui riscalda,
      in quell'istante eterno in cui mi abbraccia.
      Stendo la mia pena come lenzuola
      per rinfrescarla un po' al passo del vento,
      per alleviare il suo male e la sua immensa tristezza,
      per donarle una carezza pur se non mia.
      Baciala, sole, baciala, fallo in fretta!
      Accarezzala, vento, sfiorale il volto!
      Si senta rinfrancata e meno sola.
      Io non posso darle il tempo di guarire,
      io non posso distruggermi con lei!
      Raccolgo la mia pena rinsecchita.
      Adesso pesa di meno portarla sul mio cuore.
      La piego e la rinchiudo in un cassetto,
      là dove solo il tempo passa a cancellarla,
      là dove solo io potrò di tanto in tanto ricordarmene
      per coccolarla un po' dentro la sua prigione.
      Composta lunedì 16 dicembre 2002
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        Scritta da: MoniFlà

        Il tempo degli affanni

        Il cielo singhiozzante di pioggia
        da il benvenuto a un triste autunno.
        Eterno sarà il tempo degli affanni,
        greve il suono del cadere delle foglie.
        E osservo il seguitare dei minuti
        di un orologio appeso alla stazione.
        Ancora un altro treno, un altro viaggio,
        una stanchezza muta sul mio cuore.
        Una valigia è la sola compagna
        di me, della mia vita vagabonda.
        La trascino fino al bordo delle rotaie
        appesa alla mia anima di assenze,
        tra il rumoroso correre del tempo
        e la speranza di tornare presto.
        Eterno sarà il tempo degli affanni.
        Ottobre scivola silenzioso e lento
        sui tetti delle case del mondo.
        Composta mercoledì 8 ottobre 2003
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          Scritta da: MoniFlà

          Asciuga le mie lacrime

          Non farmi piangere, madre mia!
          Asciuga le mie lacrime come quando ero bambina,
          quando cadevo e mi ferivo,
          quando mi sbucciavo le ginocchia...
          Asciuga le mie lacrime anche adesso che sono donna,
          perché ho il cuore lacerato, distrutto dal dolore.

          Non farmi piangere, madre!
          Dimmi che sei qui al mio fianco oggi e per sempre!
          La morte si dice che sia un nuovo inizio,
          ma mentre tu rinasci io sto morendo dentro!
          Asciuga le mie lacrime, dimmi che ci sei!
          Dimmi che sei lì ad aspettarmi,
          che presto anch'io rinascerò al tuo fianco!
          Composta giovedì 6 maggio 2010
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            Scritta da: MoniFlà

            18 marzo 1314

            Guardava verso il cielo "È quasi sera".
            Il rogo era già pronto sulla Senna.
            "Portate i prigionieri", disse il Bello,
            "Sia questa l'ultima lor primavera.
            E muoian senza tocco di campana.
            E muoian senza spada, né mantello.
            Che il fuoco cancelli la lor mancanza,
            le loro ceneri le spazzi il vento".
            La guardia con la mano al re accenna,
            le fiamme han raggiunto il firmamento.
            Uccide ancora religion cristiana,
            tacciando d'eresia quel che diffida
            il seggio pontificio ed i suoi papi.
            Jacques De Molay, guardiano delle api
            dei Merovingi, linfa del Signore,
            bruciando vivo gran maledizione
            mandò al re e al Papa e all'alleanza.
            E come il risultato di una sfida
            Clemente quinto poco dopo muore,
            Filippo il Bello lo raggiunse presto.
            Con lui morì la sua sporca ambizione,
            con lui morì il suo infame gesto.
            Composta giovedì 11 dicembre 2008
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              Scritta da: MoniFlà

              Settembre andaluso

              Oggi il cielo sembra dipinto dalla mano di un pittore.
              Non esisteranno altri cieli come questo!
              Andalucía, la mia nuova terra,
              mi regala questa immagine di pace,
              mi fa respirare la fugacitá di un giorno
              silenzioso e stanco
              come i ricordi della mia casa lontana,
              dove lasciai amori vecchi per assaporare i nuovi,
              mentre é sempre questo stesso cielo
              che li abbraccia tutti in una volta
              in un unico e irripetibile momento.
              Composta domenica 18 settembre 2005
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