Che un respiro a fil di bocca bastasse ad eccitarmi e con le dita cercare le tue dita e sentire il canto della pelle fino in fondo fino al sangue che corre come un treno In un attimo, nuda, perdevi i lembi del pudore Venere di cera ti scioglievi come bruma al sole La sottana presa dai capezzoli fermava la discesa che il ruvido velluto della lingua aveva eretto Aderendo i corpi s'infangavano di sudore senza scrupoli le unghie penetravano la pelle scivolosa sul letto s'inchiodava Profanarti era un castigo reso irrefrenabile dalla voglia di trafiggerti che bucava come un tarlo l'istinto spingeva avanti senza ritegno L'orgasmo pioveva nel ventre che incassava colava bollente a riposar la danza tra l'inguine teso e un respiro a fior di pelle i sensi incenerivano l'ardente brace L'ultimo bacio chiudeva le mille bocche lambite come vini dall'aspro odor dei tini resta il miele ad incollare l'impetuosa voglia Rivestivo i tuoi nudi e virginei sguardi che s'intimidivano pungendo fitto il cuore Onde di capelli si dipanavano a matassa nell'intimo tormento il fiato diventava ardesia la tua mansueta purezza smarriva l'universo di quella notte che in un attimo fu già domani.
L'umana notte nei silenzi affonda la paura di guardare la luna specchia l'anima negli occhi ritrovi te stessa e piombi nell'oscuro apparire del sole ... del limpido cielo pulito A lacrimar nel fiume non serve a confondere le acque e nell'intimo sconfinare dei silenzi i figli della notte dormono.
Se i tuoi baci celano lacrime fragranti entrami negli occhi, lascia fuori il tuo spento animo e i tuoi oscuri confini ... e cerca in me te stessa affonda nei rivoli d'amore sorridi e riposa.
Se il dire dovesse sciogliere i grumi appesi al cuore se il guardare dovesse tracimare gli argini dello sperare se ascoltare vuol dire sperare di non trascinarsi a fondo se piangere insieme toglie le lame infilate nella gola non più illusioni né neve sulla pelle, soltanto luce ch'abbaglia e smunta il sangue lasciando passare il sole.
Voglio amarti adesso Prima che le luci spengano negli occhi la loro evanescenza Prima che l'inquieto fiume trasbordi e ammagli del tutto il cuore Prima che la pioggia tocchi la sabbia e sparisca come spariscono le urla nel deserto Prima che ogni lacrima abbia la sua croce. Voglio vedere il tuo respiro fermarsi Voglio dormirti dentro e sognarti Volare sulla tua immacolata pelle e sbottonarti l'ultimo pudore Fuggire dal mondo e dal suo rumore Prima che gli inverni senza luce gelino le labbra prima dei baci Prima che il vento trovi spifferi in cui fischiare e mi distragga dal frumento dei tuoi occhi che diventi pane ogni giorno per sfamarmi Prima che il mare copra le nostre impronte o un gabbiano si stacchi dal tramonto o che i gigli diventino vermigli.
Dalle ciglia si staccano gli sguardi come i tramonti si staccano dal cielo e cadono nel mare a bersi la notte mentre batte l'ultimo respiro come raso a fil di pelle Le bocche si rincorrono cercando il miele che han disperso nei disseminati baci.
Rughe senza fine Solchi disperati Eco che sprofonda ... Sangue e lacrime trattengono il dolore frammentato nelle pieghe Ma quando incontro il tuo sorriso comincia l'infinito mio bel viso e l'inspiegabile dolore sparisce cullandomi d'amore, d'amore Tramonto e aurora è tutto in te Effimero dolore vola nell'inferno lasciando entrare i divini fiocchi del tramonto lago dei tuoi occhi.
Prenditi la pelle che tenevo addosso come fosse il tuo corpo. Lasciami solo, perché da solo io posso ritrovare la notte e il giorno che si rincorrono di nuovo. Posso così tornare a bere alla fonte l'acqua limpida di sorgente, correre nei prati a crepapelle sorridere di me come un pazzo tornare a perdermi nel mare per ore a infrangermi con lui nelle tempeste ad amarmi ed ad ascoltarmi quei silenzi che facevano di me un uomo.
Avrai un cuore purosangue e milioni di mappe per i tuoi cammini unico viaggio eterno della vita Danzerai nel buio come fosse luce ritrovandoci dentro la forza di tuo padre Rivolterai le zolle dell'intimo tuo terreno e renderai fertile tutti i tuoi dolori Cadrai mille volte nella merda e ancor più forte t'alzerai potrai vedere il paradiso se quella merda non ti avrà deriso Mangerai polvere e parole, guarderai negli occhi chi ti fugge dal tuo invisibile coraggio Ti pulirai il viso da milioni di sputi di uomini fottuti e poi svenduti Berrai acqua sporca d'ipocrisia d'un mondo falso dove non esiste lacrima che non sia dolore per se stessi Chiederai la resa al mondo infame dove il pane è sangue di letame Irradierai luce ai poveri d'amore impareranno a sfamarsi anche di silenzi Un sorriso un diamante da mostrare e non un dolore da ammaestrare Colleziona sogni come perle d'un rosario da colarti sulla pelle quando hai freddo e il mare minaccia di affondarti infinito o piccolo, il mondo è nelle tue mani la tua anima sia sempre una giostra e che la tua follia ne sia la ruota.